19 ottobre 2011

ditelo con i fiori

da bambino avevo la passione per il timo. non so perché, forse perché l'avevo scoperto nelle mie incursioni dall'altra parte della valletta, dove scalavo le rocce esposte al sole, che d'estate profumano di erbe. andavo a giocare alla casa sull'albero e facevo il bagno nel torrente. e raccoglievo il timo. lo facevo seccare, sgranavo le foglie, le raccoglievo in sacchettini (li compravo dal ferramenta del paese per dieci lire l'uno) e poi li vendevo, stesi su un asciugamano sul marciapiede. gli altri bambini vendevano collane di perline o fumetti usati, io sacchettini di timo, a duecento lire l'uno. non so se le signore che li compravano lo facevano perché intenerite o per interesse culinario. davo anche consigli: sulle frittate e sulle carni. ancora non sapevo quanto sta bene anche nei funghi e nelle verdure stufate.
trentacinque anni dopo avrei scoperto i fiori del timo. il timo fiorisce in primavera, vicino a pasqua. fa delle piccole infiorescenze rosa, dense e profumate.
e ho scoperto che i fiori di timo stanno da dio nell'insalata. valeriana (che lì si chiama serzetto), pomodori secchi, pistacchi, e una manciata di fiori di timo freschi.
ci stanno un amore.

2 commenti:

  1. noi commerciavamo in profumi fatti con le erbe che con nostro grosso disappunto, dopo poche ore, sapevano tutti di patatine fritte.
    commerciavamo anche in minerali, presunto oro e insetti. ma più che al commercio, noi ci dedicavamo alla guerra.

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