26 ottobre 2009

se erano olive venivan da ascoli

Invece era uva. Ed anche se levi i noccioli non ce la fai mica ad imbottirla, allora il misto da polpetta (carni tritate, un uovo, parmigiano, pane strizzato nel latte, prezzemolo, noce moscata) lo metti fuori, poi impani e metti in forno, oppure friggi.
È che se inforni son sicura del risultato, mentre se friggi non so come reagisce il raspo.
Ah, già, se erano olive erano separate, ma era uva, e allora stava in grappolo.
[buona era buona, ma quanto era bella!!!]

22 ottobre 2009

La legge dell'orecchietta

Se prendi un'orecchietta col cucchiaio di legno per testare con i denti la cottura dell'orecchietta specifica e quindi, per inferenza statistica (che è l'induzione delle caratteristiche di una popolazione – in questo caso le orecchiette – dall'osservazione di una parte di essa scelta a caso – l'orecchietta specifica), la cottura di tutte le altre orecchiette, e l'orecchietta si attacca come una ventosa sul cucchiaio e tu ti servi del labbro superiore per far scivolare l'orecchietta verso la cavità orale, l'abbondante goccia di acqua bollente contenuta nella cavità dell'orecchietta – acqua che ha colmato il vuoto dell'orecchietta e dunque reso possibile l'adesione al cucchiaio – si verserà sulla tua lingua neutralizzandone tutte le facoltà gustative e mangerai un piatto di pasta ben cotto, ma non saprai mai quanto era buono.

14 ottobre 2009

Cibo&Poesia

Su gentile concessione di Oltranzista...posto la locandina di una cosa organizzata da me al ristorante dove lavoro.
Per chi volesse venire a mangiare, delle cose buone e tipicamente caserecce e acoltare della buona poesia...

locandina ristorante generica da Epitaph2.

10 ottobre 2009

Orecchiette, broccoli e mollica fritta

Le misure non sono il mio forte, ma per il mio piatto le proporzioni sono: 100 grammi di orecchiette, 100-150 di broccoli e un piatto di mollica di pane.

Dunque, il passo numero uno è bollire i broccoli. Ci vogliono dai 20 ai 30 minuti, a seconda di quanto sono teneri. Verso metà cottura si può mettere in pentola anche la pasta – passo numero due – e si cuoce tutto insieme allegramente.

Cotta la pasta, se avete fatto bene i calcoli saranno ben cotti anche i broccoli: è tempo di scolare, e questo è il passo numero tre.

Lasciando orecchiette e broccoli nello scolapasta perché scoli più acqua possibile, si può passare al passo numero quattro: si prende la mollica di pane precedentemente sbriciolata (questo era il passo zero, o tutt'al più uno e mezzo) e la si frigge. Ma mi raccomando, sbriciolata sbriciolata, a briciole piccole abbastanza da poter entrare nel becco di un passerotto, per intenderci. Per friggere la mollica io uso l'olio, ma mia nonna mi ha detto che se si frigge la mollica nel lardo di maiale è tutta un'altra cosa. Inoltre, nell'olio ci metto il peperoncino, perché a me piace il piccante.

Fritta la mollica (ci vuole pochissimo, meno di cinque minuti), il passo numero cinque si biforca: il passo numero cinque.uno prevede che si fa saltare in padella orecchiette e broccoli con la mollica fritta, ed è il metodo che preferisco; invece mia nonna sostiene – passo numero cinque.due – che la frittura di mollica vada aggiunta dopo, quando orecchiette e broccoli sono già nel piatto.

Consiglio questo piatto in modo particolare a chi odia i broccoli. È il piatto grazie al quale, quando già avevo passato i vent'anni ma ancora non ne avevo ventiquattro, ho smesso di rifiutarmi di mangiarli.

7 ottobre 2009

la pizza del ritorno

nello scegliere una casa è sempre bene preoccuparsi delle fonti di cibo alternative presenti nella zona.  tipo, una pizzeria può salvarti.
arrivi tardi, la sera/notte, dopo chilometri e chilometri e non hai voglia di fare nulla, ma lei è lì, ti sta aspettando, forno a legna, bonne esperance alla spina, fumo libero...
guardi il cameriere che ti dice lui...capricciosa?
rispondi, sì, abbastanza...
ed è fatto
la pizza del ritorno, quella che ti dice...bentornato a casa, mangiami...


6 ottobre 2009

avanzi-amo

Innanzi tutto mi siete mancati anche se quella che non c'era ero io.
Poi rieccomi con le mie solite vecchie abitudini: NON SI BUTTA VIA NIENTE.
Che poi mica sempre è tristezza, perchè metti che ti siano avanzate due patate che già hanno l'aria di aver iniziato la loro mutazione genetica, che io una volta il patagranchio posso anche reggerlo ma due no, e allora ci fai gli gnocchi.

[Belli, gli gnocchi, con tutta quella pazienza che chiedono le patate nel mostrare la reazione alla farina. E mica gli puoi fare fretta, no, loro si prendono i loro tempi e se non li assecondi rischi il pataccone. Belli, gli gnocchi, ma non mi ci fidanzerei]

E poi hai anche un avanzo di funghi trifolati. Cioè, io ce l'avevo, ma suppongo si possano fare anche nuovi: il fungo va da solo mentre tu ascolti con le dita le patate fondersi con la farina.

E persino un avanzo di besciamella ed una cucchiaiata nella trifola ci sta proprio bene. Quindi se non ti è avanzata la puoi fare mentre aspetti che la palla di gnocco, finalmente della consistenza giusta, riposi un poco prima di farla a tocchetti [la nonna diceva almeno mezzora].

Il resto è gnocchi con funghi, ovviamente. E San Giovese.
No, non sempre l'avanzo è triste.

2 ottobre 2009

farfalle all'insonnia

Prendi una notte insonne come altre dove ti svegli con un’immagine da un sogno confuso. Fai che quest’immagine sia oltrybaby che butta con nonchalance una seconda pastiglia nella pancia della lavastoviglie. Fai che ti chiedi come mai tu non sapevi questa cosa e lui si. Metti che ricostruisci la sera della cena nel kibbutz e pensi alla titta che ti mancava un sacco, e vuoi infilare nel frigor qualche elemento per fargli una pasta in qualsiasi momento ti suonino al campanello del bosco tutti i personaggi della sera di vento.

Torni indietro a una cena di lavoro noiosissima dove avevi un sorriso di plastica come sempre e annuivi in cento lingue diverse, torni alla vera  e significativa attività della serata consistente nello scomporre  gli elementi di una pasta molto buona nella tua bocca: farfalle piccole di gragnano, pasta di salame sminuzzata colle mani e soffritta facendola saltare in padella come i fighi col movimento di polso (e scusa se ce l’ho…per mille motivi che non ti spiego ora..) , prezzemolo battuto a coltello con una strofinata di aglio sul tagliere,pomodori pachini tagliati a pezzi e lanciati nel soffritto  ad asciugare la loro acqua, olio buono. Ti inventi la sequenza perché non l’hai vista ma hai molta fantasia. Sfumi e aspetti che suoni la banda di squinternati. Prerequisito: Amarli a fuoco vivo per cinque minuti e stemperare la gioia quando arrivano.

Sai quando non ne hai voglia...

...ecco, se non ne ho voglia non c'è trippa per gatti (ma non ce ne sarebbe neanche per me, sicuro).

Quando non ne hai voglia dai una ravanata al frigo e ci scopri dentro un pezzo di torta salata fatta domenica.
Certo, ti viene il dubbio che non vada più bene e immagini colonie di botulino pronte a farti saltare in aria, poi guardi bene l'avanzo, lo odori, addirittura lo riscaldi e lo assaggi.

E scopri che è buono.

E' che domenica ne avevo voglia e avevo in frigo un pezzo di ricotta piemontese, il seiras.
E avevo anche spinaci freschi freschi di banchetto del contadino, di quelli che serve un ettolitro d'acqua per lavare via il terriccio ma sai che differenza con quelli surgelati...
E le uova, quelle non del contadino perché sono pericolose.

Dunque domenica ho passato in tegame le fogliette di spinaci con due spicchi d'aglio e un pezzetto di peperoncino del mio orto e un filo d'olio, ho lasciato sfreddare e poi ho aggiunto tre uova intere, il seiras, un pizzico di sale, una macinata di pepe e la saporita. Non ditemi che non sapete cosa sia la saporita!

Ho foderato una teglia rotonda con la pasta sfoglia e ci ho messo dentro il mio miscuglio contadino; ho fatto i ghirigori con i ritagli della sfoglia e ho spennellato con il rosso d'uovo, poi in forno.

Ecco, questa è la parte  che mi piace  di più: io sono drogata di forno. Quando avevo la lavatrice con l'oblò ero drogata anche di lavatrice: la guardavo girare, mi piaceva il miscuglio della roba...e il forno, lo guardo fare le magie al cibo, farlo crescere o dorare o soffriggere o sobbollire. Lo guardo fare le magie, sì.

Quindi lo osservo, a fasi alterne, fino a che ai miei occhi la magia è compiuta.

E sai cosa? Era buona domenica, la torta salata, e anche oggi.