27 ottobre 2007

pulp pumpkin

ero venuta per vellutare la zucca anch'io visto che ieri sera ce la siamo sorbita fumante e morbida anche noi su questo divano orobico....ma visto che l'argomento è stato già trattato con maestria e che concordo su tutta la linea (soprattutto sull'alloro da togliere al volo, se osi tritarlo si sprigiona un sapore che tira con sé l'odore di incenso di mille chiese e trascina all'amaro tutto il tuo capolavoro...) mi soffermerò solo sulla pelatura pulp dell'oggetto del desiderio.

La zucca è fantastica anche in una torta di cui proporrò la ricetta sooner or later, ma il suo reale problema resta la pelatura.
Secondo me metter su un film di Tarantino aiuta, diciamo a mettersi nel mood giusto. Four rooms o Le iene calzano a pennello... poi ti doti di un coltello affilatissimo o meglio, se a disposizione, di una katana di hattori hanzo originale ...essenziale un tagliere di quelli di legno... non l'igienizzatissimo tagliere ikea di plastica perché comporta il piccolo problema dello scarto impazzito della zucca..cioè quello scatto felino che fa la fetta quando sbagli il colpo e lei dribbla di colpo saltando di lato... in questa fase puoi essere fortunato e non colpire una delle tue dita ...ma anche essere sfortunato e mozzare la falangina ...dipende da te ..da quanto sei stato accorto a usare le giuste angolazioni. Detto tutto ciò, e passata la mezz'ora che ti ci vuole a combattere con la buccia vastasa ...sappi che se le dai una botta di microonde prima di cucinarla ... la sbucci con una facilità che ti disorienterà.
Ovviamente i puristi non abbarcciano questa pratica barbara... se mi sente Escoffier mi strappa la pelle ...però tu sappi che esiste....

26 ottobre 2007

frittelle di ricotta

di là ci sono due bambini che dormono, di qua una cucina che non conosco e degli ingredienti a caso. "tanto sei skipper, ci sei abituato". vero, in barca non sai mai cosa si trova in cambusa, e alla fine ci si arrangia sempre: ci si adopera come meglio si può, tra le chiacchiere e gli sguardi intorno: solo che ora sono mobili di lusso, accessori coordinati, impianto stereotvdvd della madonna, mette soggezione. le uova arrivano dalla fattoria dei genitori, hanno ancora un po' di (merda? terra?) attaccata sopra. la ricotta no, è normale. uova sbattute, ricotta, farina. dice pepe ma facciamo noce moscata. sale. se ci fosse ci metterei il timo, lo adoro. lo conoscono in pochi, ed è un profumo unico, è il profumo delle erbe lungo i sentieri nel pomeriggio, quando il sole ci picchia sopra e le scalda. se il frinire delle cicale avesse un odore, sarebbe profumo di timo. da bambino andavo a raccoglierlo sulle rocce che affioravano tra gli ulivi della valletta di fronte, poi lo facevo seccare, lo imbustavo in bustine piccole, e lo vendevo a duecento lire a bustina, per strada davanti al lungomare. le signore mi chiedevano come usarlo, stupite di ricevere consigli culinari di un bambino di sei anni, e io dicevo che secondo me stava bene sulle uova, sugli arrosti, con i funghi e in qualche minestra delicata, tipo la zucca vellutata. anche nelle frittelle comunque starebbe bene. ah, parmigiano. il risultato è un pappone un po' colloso che resta appiccicato al dito dopo che l'hai tirato giù dal cucchiaio nell'olio caldo. è una scusa per stare spalla a spalla agli stessi fornelli, a girare le frittelle facendo finta di scottarsi il dito per farcisi dare un bacio sopra. rimasugli di innocenza dimenticata, torna fuori dai cassetti che si aprono disortinatamente lasciando cadere istantanee casuali. per fortuna ci sono i dadini di pomodoro fresco, vicino nel piatto, a ricordare che è cambiato millennio, nel frattempo, e che dormono due bambini, di là.

24 ottobre 2007

Vellutiamo la zucca

A me la zucca piace in qualsiasi modo. è arancione, fa allegria, è buona, si presta a essere pastellata, a risottata, gnoccata, tortellata, e se hai poco tempo, vellutata.

Prendi la zucca, la tagli a fettine (o se hai la fortuna di abitare vicino a un Santo Fruttivendolo che la sbuccia e la affetta al posto tuo, compri una busta di zucca a fettine), la metti in acqua, accioché la copra di un dito, sale e tassativamente una foglia di alloro, che con la zucca ci sta proprio bene.

Cuoci  per 20 minuti, più o meno, togli la foglia di alloro e minipimmerizzi la zucca.  Sconsiglio vivamente di minipimerizzare la foglia di alloro,

Versi in un piatto questa già di suo meravigliosa cremina gialla, un filo di olio crudo, una bella grattuggiata di parmigiano e se piace un pò di pepe.

Già che ci sei, scegliti un filmettino o un pò di musica non cazzafrulla, e togliti le scarpe, che la vellutata di zucca si abbina ai calzettoni che tutti abbiamo nel cassetto, sebbene tutti siamo pronti a negarlo.

23 ottobre 2007

il ciambellone più buono del mondo


Tira fuori dal frigorifero gr. 150 di burro, riducili a dadini piccoli piccoli, mettili dentro una ciotola, poi vai a farti una doccia, guardati una puntata di "Will & Grace", telefona a un'amica che non senti da tanto, insomma, fa' quello che vuoi ma lascia passare almeno venti minuti che il burro si scaldi e si ammorbidisca.
Quando il burro non è più un'arma impropria aggiungi 150 gr di zucchero e mescola mescola col cucchiaio di legno finché non diventa un composto unico. Hai poco tempo o i bicipiti poco allenati? Usa il mixer. Quando il composto è uniforme aggiungi in successione due tuorli (tieni da parte gli albumi che serviranno alla fine) e mescola mescola. A questo punto aggiungi gr 150 di noci in polvere (per queste cose il mixer è il migliore, ma va benissimo anche schiacciarle col pestacarne, finché sono ancora nel sacchetto), 80 gr di farina di mais e 110 di farina 00, mischiata a 1 cucchiaino di lievito.
Fai a pezzetti alcuni fichi secchi, dipende dalla grandezza, diciamo quattro o cinque. I fichi freschi sarebbero i migliori, ma chi li trova più i fichi freschi ormai?
Insomma, prendi 'sti pezzi di fichi e amalgali al composto. Ora monta a neve fermissima gli albumi di cui sopra e amalgali al composto piano piano, in modo che non si smontino.
Versa il tutto in uno stampo da ciambella, meglio se di silicone. Sì, lo so che ha la consistenza del fango, ma non ti preoccupare: il forno elettrico fa miracoli. Sbatti tutto nel suddetto forno a 160°C per un'ora.
A fine cottura lascia raffreddare in forno, sforma la ciambella, spolverala di zucchero a velo e servi.
Gli ospiti la spazzoleranno, garantito.

diciamo che torni a casa molto tardi e sei affamata

Diciamo che è davvero tardi e la fame è davero tanta e la tua dispensa non fornisce nulla di già pronto.
Allora apri una scatola di cannellini lessati, ne schiacci metà con la forchetta mentre, fai bene attenzione, in una casseruola metti a sofriggere alloro, rosmarino e dell'aglio pestato. Quando hai finito di schiacciare i fagioli con la forchetta togli gli aromi dall'olio e ci schiaffi dentro la purea, metti circa mezzo litro di acqua calda, un dado vegetale e 60 grammi di pasta, fai cuocere per il tempo di cottura di quest'ultima e a cinque minuti dalla fine aggiungi i fagioli ancora interi (avevo detto di schiacciarne metà).
Pappa.
Poi, siccome la fame è tanta, mangiati anche quel deliziose gelato che hai in frezeer.
Alla fine, però, non pulire la ciotola del gelato con l'indice: aglio e cioccolato insieme fan schifo.

18 ottobre 2007

Filetto al cartoccio

Vai dal macellaio di fiducia e compra un pezzo di filetto di vitello intero ( che poi te lo tagli come preferisci tu ) di circa mezzo chilo. Ora vai dal fruttivendolo di fiducia e fatti dare un po’ di porcini di quelli buoni, qualcosa più di un etto per la precisione.

Taglia il filetto in sei fette, sbuccia le patate e tagliale a fette sottili, pulisci i funghi e taglia pure quelli.

Ah, accendi il forno che intanto si scalda.

Visto che dopocena lavare le pentole non piace a nessuno  e la mattina fare colazione nella cucina che sembra un campo di battaglia non è bello prendi un foglio di alluminio e fai un cartoccio abbastanza grande da contenere filetto patate e  funghi.

Comincia a riempirlo con le patate, poi la carne ed i funghi. A seguire sale, pepe macinato fresco, salvia, olio ed uno spicchio d’aglio ( la ricetta originale vorrebbe l’aglio tritato sopra ma anche se l’aglio mi piace molto in linea generale preferisco la vita sociale).

Copri con un altro foglio di alluminio e chiudi i bordi accartocciandoli. Dopo che hai infornato il tutto hai trenta minuti per fare un po’ quello che ti pare, sfruttali bene.

17 ottobre 2007

Arrosto dell'universitario

Torni a casa, hai fame, nel frigo non c’è nulla, vuoi qualcosa di caldo, pizze ne hai mangiate troppe, il cinese è troppo distante e vedi che il tuo coinquilino ha esattamente il tuo stesso pensiero.

Quante pentole vuoi lavare? Neanche una.

Quanta fatica vuoi fare? Zero, dopo devi pure studiare.

Accendi il forno che intanto diventi bello caldo, recuperi le patate (che non mancano mai) le peli, le tagli a pezzettoni, sale, pepe, olio, le erbette di provenza, uno spicchio d’aglio intero e tutto in forno. Intanto fai un po’ quello che vuoi. Quando hanno la crosticina giusta tira fuori la pirofila, crea come dei buchi -  degli spazi -  e mettici dentro le tre quattro uova che trovi in dispensa. Mettile così, senza strapazzarle ( senza guscio, aperte e versate). Di nuovo tutto in forno per un nulla. A questo punto  impiatta al volo e goditi il tuorlo che si rompe ed impasticcia il tutto.

10 ottobre 2007

marmellata di albicocche


ogni volta che dico che sto facendo la marmellata di albicocche, recupero una nuova ricetta. gli unici punti che hanno tutte in comune sono due: le albicocche, e lo zucchero. il resto cambia tutto. se mettessi insieme tutti i consigli che sto ricevendo, la ricetta che ne uscirebbe sarebbe più o meno così:


lava le albicocche, pelale oppure lasciale con la buccia, tagliale a pezzi oppure lasciale intere. mettile nella pentola da sole, o con un po' d'acqua, o con lo zucchero, e accendi il gas, a fuoco alto oppure basso. se non hai messo lo zucchero subito, mettilo dopo. metti un chilo di zucchero ogni chilo di albicocche, oppure mettine mezzo, oppure mettine tre etti, o due etti e mezzo. fai tu. oppure fai anche senza, se ti va. mettici anche un limone intero, o tagliato, o spremuto. frulla le albicocche, oppure passale in un passaverdure, oppure niente di tutto ciò. fai bollire per tre ore, oppure finché mettendo una goccia di marmellata su un piatto freddo non si rapprende e prende la consistenza che desideri, oppure accendi il fuoco al calcio d'inizio della semifinale dei mondiali, e lo spegni alla fine dei tempi supplementari. quando le togli dal fuoco mettile nei barattoli ben lavati, dopo aver messo del brandy nel barattolo, oppure direttamente nel barattolo vuoto. quando il barattolo è pieno, mettici sopra uno strato di brandy, oppure un dischetto di carta, oppure rovescia subito il barattolo per creare il vuoto. altrimenti, aspetta che il barattolo si sia raffreddato (ma puoi anche non aspettare) e sterilizza i barattoli facendoli bollire per dieci minuti. ma anche no. quando apri la marmellata tienila in frigo, oppure tienila fuori. insomma, vedi tu.
in ogni caso, non sarà mai la stessa cosa.


e quando avrai finito la scorta da mesi, nell'anno in cui l'albero non fa albicocche, scoprirai per caso un vaso superstite, rimasto abbandonato in fondo alla dispensa.

torta spaccacuore (e altro...)


l'avevo nel blog nel 2004 ... ero troppo scema..
(attenzione va mangiata con una persona con cui potete fare del sesso... perchè il risultato è devastante e matematico ...una libidine crescente e incontrollabile che potrebbe mettervi in imbarazzo ...non ci credi ? ...prova...)
200 gr farina
200 zucchero
75 gr di burro
1 uovo
2 pere
1 bicchiere di latte
1 lievito
Mettere su una canzone di Nek o della Pausini, deve essere bella tamarra se no non funziona… cominciare a canticchiare girellando per la cucina , lavorare per circa dieci minuti il burro e lo zucchero....fino che il braccio non ti fa davvero male...che ti entrano i crampettini tipo scosse ...aggiungere il tuorlo d'uovo, la farina setacciata con amore stile biancaneve coi nani (eccola li' che subito vai a fare il pensierino sconcio...lascia stare i nani) il bianco dell'uovo montato a neve ben ferma ...vuol dire che puoi cappottare la tazza e non scende ...tirarlo a palettate sul muro e resta li' piantato ....il lievito …amalgamare il tutto e questa è la parte davvero dove ci vuole maestria...perche' NON DEVI SMONTARLO ...ed è li che ti voglio col movimento ... dunque ...per farlo giusto...devi pensare a quando sei in spiaggia sotto il sole dell'una ...e le onde ti fanno come assopire ....la risacca va...e torna...va e torna...e ti lasci portare via...e la mente scivola ..in una specie di trance... e sudi anche un po' sopra le labbra ..perche' stai sognando ...ma non dormi. Ci sei? ok...allora puoi cominciare ad amalgamare ...un movimento dal basso verso l'alto...morbido ...deve restare gonfio...equilibrio di elementi ...fatti cullare dalle onde...adesso aggiungi le pere a pezzetti ...scivolano un po' sulle dite ...fa niente ...mangiane anche una che tanto avanza.....buona sugosa....adesso concentrati : versa nella tortiera...anche se ti cola un po' sul tavolo fa nulla... ....spargi un po' di zucchero sopra ...con la mano ...come fa Russel nel "Gladiatore" col grano....apri il forno 200 gradi ...fatti investire dalla vampata di calore e lasciala correre in tutto il corpo... e ora.... aspetta.

Sensi

Uhm, buone, dove le hai prese?
Fatte io con le mie manine d'oro..Ricetta!
Metti dell'aceto in un pentolino, lo fai bollire, aggiungi zucchero, ci metti le cipolle, cuoci, scoli e metti sott'olio.
Pentolino come?
Mah, grande così..
Quanto aceto?
Boh, fino a tre dita dall'orlo..
E lo zucchero?
Fino a che l'aceto non cambia odore..?? odore?
Sì, lo senti cambiare, perde la nota acida..
Vabbè, e quante cipolline?
Un vassoio, presente quelli del supermercato? Già pelate, lavate, confezionate? Ecco, tante così.E per quanto tempo devono cuocere?
Fino a che non cambiano colore..
Mavaffanculo, va'..

9 ottobre 2007

Lute fisk

"Come è andata ? "

"Bene. Ottimo volo."

"Hai venduto ? Il rivenditore a Oslo è bravo ? ..Hai ...un nuovo progetto ? Delle macchine intelligenti che insegneranno al plc come autoprogrammarsi per l'esecuzione dei movimenti a terra  ? Ma dai ...bello ..sei un genio...il solito genio...speriamo che tuo figlio abbia un po' di questa cosa nel suo DNA.... Senti ma i messaggi che mi hai mandato l'altra notte ? ...Bellissimi. Era tempo che non ti sentivo cosi'"

"Cosi' come ?"

"Vivo"

"Avevo mangiato Lute Fisk"

[The Power of Lutefisk

Lutefisk is something really magic. Difficult to explain strange effects it causes....

To understand the relationship between aquavit and lutefisk, here's an experiment you can do at home. In addition to aquavit, you will need a slice of lemon, a cracker, a dishtowel, ketchup, a piece of lettuce, some caviar, and a Kit-Kat candy bar.

1. Take a shot aquavit.
2. Take two. (They're small.)
3. Put a bit of caviar on a bit of lettuce.
4. Put the lettuce on a cracker.
5. Squeeze some lemon juice on the caviar.
6. Pour some ketchup on the Kit-Kat bar.
7. Tie the dishtowel around your eyes.


If you can taste the difference between caviar on a cracker and ketchup on a Kit-Kat while blindfolded, you have not had enough aquavit to be ready for lutefisk. Return to step one.]

toccare i pesci cadaveri mi fa schifo

La ricetta originale prevede di impastare tre uova ogni chilo di sale, un chilo di sale ed un pugno di erbe tritate (tutte le erbe aromatiche che riesci a trovare in casa) ogni mezzo chilo di pesce.
Fatta la pallotta si stende col mattarello e ci si avvolge il pesce cadavere (branzino o orata o dentice o qualsiasi pesce di mare a forma di pesce intero) , poi si inforna a 180 gradi per 35 minuti se è piccolo, 45 se è medio, 60 se è grande.
Alla fine tiri fuori, smadonni per spaccar la crosta di sale e uova e erbe ma finisce che mi ringrazi perchè così buono il pesce non l'hai mangiato mai.
La volta dopo, per risparmiare tempo, fai un fondo di sale nella teglia, poi ci spargi le erbe tritate (oppure compri al supermercato un sacchetto di erbe provenzali secche e spargi quelle) metti il pesce cadavere, lo copri di erbe poi copri il tutto col sale: guadagni un'ora almeno che, se anche a te fa schifo toccare i pesci morti, puoi passare lavandoti le mani ed annusandole e rilavandole e schiacciando un limone che è sempre per le mani ma ti fa venire voglia di martini e allora la smetti, ti riempi un bicchiere, ti metti sul divano e magari sgranocchi qualcosa mentre ascolti i Muriel. E poi di' che non mi preoccupo di farti passare dei bei momenti.

petto d'anatra all'aceto balsamico

spendi un fantastiliardo di euro per ristrutturare una mansarda. poi prepara un petto d'anatra all'aceto balsamico per una cena con un'amica, cercando di ricordare come avevi fatto la faraona l'anno scorso seguendo una ricetta pensata per l'oca, e sbaglialo clamorosamente. l'arrosto deve venire saporito ma troppo asciutto, e la salsa all'aceto balsamico un grumo intoccabile da cui ti aspetti che escano i cormorani impestati di petrolio come in galizia.
lascia riposare la delusione per qualche giorno. poi compra un altro petto d'anatra.
poi apparecchia il tavolo che faticosamente hai portato in mansarda, mettici sopra la tovaglia buona, i bicchieri di cristallo del servizio del matrimonio, una bottiglia di nobile di montepulciano. aprila, dai. che gli fa solo bene.
lava il pezzo di carne e brucia i pezzetti di piume rimasti sulla pelle. se ti sei ricordato di scongelare il burro imburralo, salalo e pepalo abbondantemente, se vuoi lardellarlo fai pure, farà parecchio figo ma non si noterà la differenza. in una casseruola antiaderente (non per altro, ma sarà più facile pulirla, dopo) metti un cucchiaio di olio-quello-buono, scaldalo e mettici la carnazza con la pelle in giù. versaci un po' di erbe a piacere: alloro, rosmarino e salvia sono obbligatori, poi quello che vuoi (o che hai in casa). quando la pelle è rosolata e smette di fare frscccch! metti il coperchio e abbassa il fuoco. ogni cinque minuti ricordati di aprire la pentola e versare un po' del sughetto sopra la carne, senza girarla mai. la pelle dell'anatra è grassa, e farà un sacco di sugo. quando è cotta (quando è cotta? boh. qui si va a occhio. deve essere cotta ma non troppo, altrimenti si asciuga e diventa dura) toglila dalla pentola, e mettila nel forno caldo, per non farla raffreddare. fai ritirare il sugo (te l'avevo detto che la pelle è grassa), e aggiungi un po' di aceto balsamico (non mi chiedere quanto. sbaglialo un paio di volte poi ti verrà da dio), un pizzico di sale e un paio di cucchiaini di zucchero di canna. ecco, se vuoi fare il figo e mettere anche il miele, poi non riuscirai più a scrostarlo dalla pentola. quindi evita il miele. fai ritirare il tutto, ma non troppo. non aspettare che abbia la consistenza da salsa densa, tieni conto che raffreddandosi si addenserà ancora.
taglia l'arrosto in fette spesse, mettile a ventaglio sul piatto con sopra la salsa.
per il contorno, puoi fare le cipolline all'aceto balsamico (stessa roba. cipolline bianche, aceto balsamico, alloro, rosmarino, sale, pepe, zucchero di canna, e fai andare avanti a cuocere per un bel po'), o patatine novelle agli aromi, e mazzetti di valeriana (serzetto a genova).
portati il piatto in mansarda, versati un bicchiere di vino, e goditi il risultato del tuo lavoro.

lo strudel della nonna

non ho mica mai capito perchè il montarozzo di farina col buco in centro si chiama fontanella. comunque non correre, e prima di occuparti di idraulica, metti l'uva passa in una tazza d'acqua tiepida, se ti va con un po' di rhum che ci sta da dio, e lasciala lì. poi prendi una padella e rosolaci dentro un po' di pane grattato con del burro, non troppo, giusto perché non attacchi e diventi dorato senza fare grumi. cerca di non dimenticarlo nella padella, che si brucia come niente. se hai un'antiaderente è meglio.
in una tazza mischia un uovo, mezza tazzina da caffé d'olio d'oliva (ecco evita quello del frantoio dell'amico, che è troppo forte. ma usa olio buono,almeno che sia extravergine) e un pizzico di sale.
fai la benedetta fontanella (non vedevi l'ora) con tre etti di farina e mettici il mischiotto dentro, comincia a impastare e aggiungi un po' di acqua tiepida continuando a impastare, finché non diventerà una palla omogenea e morbida, se esageri con l'acqua e ti si incolla alle mani, continua a impastare infarinando le mani finché non smette di appiccicare (che fa pure schifo). bella la sensazione dell'impasto, eh? è per questo che si fa la pasta in casa. perché impastare è meglio che toccare le tette.
che fai, ti fermi? continua, che più impasti meglio viene. almeno venti minuti, dai. poi fai una palla e coprila con uno strofinaccio umido, così non si secca.
intanto pela un chilo e mezzo di mele - meglio se renette, che sono dolci e fanno poca acqua. se non le trovi va bene anche altro, ma se sono acquose devi mettere un po' più pangrattato - e tagliale. eh, come. bella domanda. mia nonna ha un affare che le taglia a striscioline, tipo le patatine ma un po' più piccole. lo cerco da anni e non l'ho mai trovato. io faccio a coltello, tu fai come ti pare. evita i dadini, comunque, striscioline è meglio, tipo una julienne un po' larga.
ora infarina la tovaglia pulita che hai sul tavolo, stendi la pasta un po' sulla spianatoia, e poi finisci sulla tovaglia. deve venire un tondo grande, tipo mezzo metro di diametro. più la fai sottile più è buona, se ci metti sotto una pagina del manifesto ci devi leggere attraverso. se non si tira la farina è vecchia. se torna indietro e non resta stesa hai messo troppo olio, in ogni caso son cazzi tuoi.
spargici sopra il pan grattato (fino ai bordi, non è una pizza), poi le mele, l'uvetta strizzata, i pinoli, lo zucchero (assaggia le mele per capire quanto ne serve, se sono aspre tanto, se sono dolci poco), grattaci un po' di scorza di limone, e spargi la cannella a piacere. se vuoi aggiungere un po' di marmellata fai pure, oppure le ciliege ci stanno da dio e le albicocche pure. evita le pere che fanno troppa acqua.
ora solleva un lembo della tovaglia, e magia! lo strudel si arrotola su se stesso.
ungi d'olio la teglia, fatti aiutare da qualcuno a metterci sopra lo strudel a ferro di cavallo, chiudi bene i due culi, che se esce il ripieno son cazzi.
stuorla un uovo, prendi un pennellino e spennella col tuorlo tutta la pasta, così viene bella dorata e tutti fanno -ooooh-. poi ficca in forno, tipo quaranta minuti a duecentoventi gradi dovrebbero bastare. mia nonna dice che infilando un coltello nello strudel, quando è cotto esce pulito. mah. secondo me è una leggenda.
quando è freddo spolveralo con lo zucchero a velo, che ci sta da dio.