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10 novembre 2015

è la banana del mio cuor

comunque in india si fanno la banana tagliata a metà (per il lungo, con tutta la buccia), spalmata di burro e messa nel forno finché non diventa cremosa. e poi la spalmano sul pane.
provateci voi, con le banane che si trovano in italia. non funziona mica.

24 febbraio 2014

approfitterol

io non sono un tipo da dolci.
sono convinto che il mondo dei cucinatori sia diviso tra i salati e i dolci. i salati amano improvvisare, fare con quello che c'è, correggere e cambiare a metà dell'opera. in qualche modo si salvano sempre, decidono all'ultimo secondo la voglia e se qualcosa va male, possono sempre dire che la strada delle grandi invenzioni è lastricata di quasi successi.
i dolci, invece, sono metodici. pianificano con precisione, preparano un gantt mentale delle fasi della cucina, tengono sotto controllo la temperatura, il tempo, l'umidità, il peso esatto. guai a sgarrare di un millimetro. se cucinano senza ricetta è perché l'hanno mandata a memoria, e ormai è indelebile.
io non sono un tipo da dolci, sono un impreciso imperfetto emotivo salato.
per questo quando ho visto la ricetta dei bigné, ho pensato ai profiterol. ci provo, mi sono detto. non amo fare i dolci, faccio solo lo strudel della nonna ma solo per motivi affettivi. il profiterol non è stata una scelta dettata da un fine, ma da un punto di partenza (la ricetta dei bigné trovata per caso sul corrierone), e dalla voglia di giocare, accettando l'eventualità di sbagliare e buttare via tutto, ma sapendo che nel mezzo ci si è divertiti.
e chissenefrega se i bigné nel forno si toccano
e chissenefrega se appena tirati fuori, se si agitano si smontano
e chissenefrega se la temperatura e il tempo di cottura li ho beccati solo per l'ultima, definitiva, marginale infornata
e chissenefrega se ci va mezzo pomeriggio
e chissenefrega se non avevo mai usato una tasca da pasticcere e mi sono inzaccherato le mani: leccarsi via la panna poi è un piacere
e chissenefrega se la crema pasticcera non è la copertura giusta, era buonissima lo stesso.

e poi ho anche vinto alla gara delle macchinine, dopocena, alle quattro del mattino.

24 febbraio 2013

libidine post elettorale

ieri erbasalvia mi ha ricordato che nelle torte al cioccolato, quelle che basta aprireversareinfornare, la pera ci sta benone. l'avevo già provato, e so che è vero. alla toasteria tra i dolci c'è il toast con cioccolato fondente e pera. stamattina prima di andare a votare sono andato al bar a fare colazione. brioche con cioccolato e pera. vivo in questa casa da tredici anni, e non ero mai andato al bar qui sotto a fare colazione. hanno delle brioche buonissime, non le solite delle 3M che hanno tutti gli altri bar di milano. dopo il voto sono andato a fare la spesa e non ho resistito. torta cioccolato e pere.
solo che non ho trovato più la teglia, cioé c'è il bordo ma non il fondo. ho usato una forma da budino, che non ha la forma giusta. troppo spessore, e la torta si è cotta all'esterno ma è rimasta liquida all'interno.
qualcuno si ricorda i pirottini al cioccolato fuso che fece la lise a una delle cene del forno? ecco provate a immaginarne uno di mezzo chilo e con le pere dentro.

10 maggio 2012

Arancia semifredda (per un maggio quasi caldo)

Il calendario dice che è maggio inoltrato, anche se fino a ieri guardando fuori dalla finestra sembrava ottobre. Oggi però c'era un bel sole, stavi per farti una fresca spremuta d'arancia e poi ti sei accorta di avere un certo languorino che non è fame, è più voglia di qualcosa di buono... ed ecco una buona idea per un semifreddo all'arancia e ricotta. Di arance ne hai già spremute un paio, tenendo da parte le bucce come coppette (siete in tre in casa ma non fa nulla, la quarta ve la giocate a dadi...vince sempre la nonna). Il succo di arancia con quattro cucchiaioni di zucchero, diciamo uno per ogni coppetta, vanno scaldati a fuoco moderato e fatti bollire per due o tre minuti non di più, fino ad ottenere uno sciroppo caldo. A questo sciroppo caldo si aggiungono due fogli di colla di pesce e lo si lascia raffreddare (e se non hai la colla di pesce, la vai a comprare e il semifreddo te lo mangi domani). Un po' di ricotta fresca (150 grammi) mescolata e rimescolata in un recipiente con un cucchiaio di legno fino a farla diventare una cremina morbida, con l'aggiunta dello sciroppo mentre stai ancora mescolando, completano l'opera. Riempi le coppette e lascia in frigorifero per un'oretta o due (se la nonna non reclama perchè vuol far merenda subito). Se sei fedele alla ricetta originale, servi con scorzette candite di arancia; se sei un inguaribile goloso, servi con scagliette di cioccolato; se sei a dieta, servi e basta.

11 gennaio 2012

Torta al cioccolato

La facevo spesso al ristorante dove lavoravo, durava parecchio, perchè appare quasi come se fosse troppo dura da mangiare, ma il bello di questa torta è che basta metterla pochi secondi nel micronde e pare di mangiare un budino.
Andiamo con le dosi.

350 gr di cioccolato fondente
450 gr di burro
400 gr di farina tipo 00
300 gr di zucchero
80 gr di cacao amaro
400 ml di acqua
150 gr di bailye o di un liquore non troppo forte
2 cucchiai di caffè solubile
1 bustina e mezzo di lievito
3 uova intere

Prendete una di quelle padellone grandi e alte dove di solito fate pollo e verdura per quantità industriali e metteteci dentro il cioccolato fondente, il burro, lo zucchero, il caffè solubile, l'acqua e il liquore e a fuoco lento fate andare fino allo sciogliemento totale di tutto.
A parte in una ciotola capiente mettete la farina, il cacao amaro e lievito, mescolandolo con le mani.
Quando il composto sciolto è intiepidito aggiungete a pioggia il la farina+cacao+lievito, mescolando con un frustino velocemente quando abbiamo finito una alla volta mettete le uova.
Imburrate e infarinate lo stampo per la torta, a bordo alto mi raccomando e mettete in forno a 160° per 45 min.

Lasciatela raffreddare, dura molti giorni come torta.
Consiglio di servirla o con del gelato o con della crema pasticcera calda.

...e buon appetito

29 dicembre 2011

Capitolo 1: Pippi si trasferisce a Villa Villacolle

Cominciamo dal fondo....o forse è l’inizio chi lo sa.... comunque cominciamo da un trasloco.... In tempi di “traslochi reali e virtuali” Pippi si è trasferita a Villa Villacolle.
Forse tutto quanto è cominciato pochi mesi fa con una cena, o forse da una deriva urbana, o forse ancora da un regalo, sì, credo sia il regalo. Quel regalo che tuttosommato non era altro che una semplice prova malriuscita, il prototipo, il numero 0, il manoscritto che fai leggere vergognandoti anche un po’ della tua fragilità ad un Amico che non è un amico ma ancora non lo sa. Forse una dichiarazione. Ma forse tutto ha semplicemente inizio da una strana alchimia, da quel curioso e inaspettato mix di ingredienti, vergine e ingenuo che ha il sapore della magia.
Eh sì, perchè una mattina Pippi ha deciso di dedicarsi alla preparazione dei biscotti e avendo fatto un’incredibile quantità di pasta l’ha spianata sul pavimento. Perchè dovete capire che un tavolo proprio non basta se si devono impastare almeno 500 biscotti a forma di cuore! Ma ancora non sapeva cosa stava facendo.
Ed ecco che ad un tratto lo Studio dove ho dormito, abitato, sostato precaria, senza radici, in punta di piedi per mesi, si è trasformato in un contenitore di sogni, un’officina dove produrre biscotti. E così me ne sono stata lì a pancia in giù sul pavimento ritagliando cuori di pasta con infinita concentrazione. I biscotti son diventati 522, perchè per farci stare un intero libro di avventure, la Saltamatta, l’Isola Cip Cip, l’albero delle gazzose, tutti i miei sogni, tanti così ce ne volevano e non dei semplici pasticcini ma veri e propri biscottoni al profumo di cannella. Ma in realtà quei 38,374 Kg di sogni contengono molto di più.
Oltre a farina, cremor tartaro, un pizzico di sale, cannella, e malto e olio di girasole miscelati a parte...contengono le parole di un poeta, una passeggiata in un parco, il profumo dei fiori del timo, il profumo del mare. Contengono il sapore dolce del guardare il Signor Nilsson dormire, il sapore di quando tutto è nuovo, fragile, una scoperta. Contengono il peso di una macchina da scrivere appoggiata sul petto, il colore dell’inchiostro, i sogni delle spezie e dell’India, il sapore del viaggio appena cominciato; contengono un pizzico di perfidia e una lacrima di nostalgia. Quei 522 biscotti a forma di cuore hanno riempito il pavimento, le pareti, tutto lo spazio disponibile del mio studio-casa-culla-cuccia-tana, e di profumi la mia intera vita. Ma quel numero 0 è del Signor Nilsson, in una scatola dentro la libreria, nascosta dietro le ali di una falena che si è posata per un istante o chissà per quanto, nella sua nuova Villa Villacolle: la casa dal giardino dove sbocciano i tulipani, le rose e dove cresce l’albero cavo delle gazzose. E Pippi a Villa Villacolle è a casa.

3 ottobre 2011

lady hawk

i cetrioli e i cachi del mio orto non si erano mai incontrati.
l'uno non sapeva dell'esistenza dell'altro ed è sempre stato così, dai tempi dei tempi.
ma non solo quelli del mio orto, in genere.
cetrioli: estate, cachi: autunno/inverno.
come lady hawk e il lupo.
ora invece un sortilegio li ha fatti incontrare.
secondo me però non sono stati così felici di conoscersi.

10 giugno 2011

il ritorno arancione

mi sono reso conto oggi che il mio albicocco non faceva albicocche dal 2006. cioé da quando letizia brichetto arnaboldi in moratti è stata eletta sindaco di milano.
ebbene, oggi ho raccolto cinque chili di albicocche.

arancioni.

p.s. la ricetta della marmellata di albicocche è da qualche parte nel blog. la riassumo qui:
albicocche.

27 maggio 2011

Fa chic e non impegna

Stratini di fragole tagliate a pezzetti e di cremina fatta mescolando yogurt alla vaniglia, poca panna e poco zucchero. Alternate gli stratini di fragole a quelli di cremina dentro bicchieri di vetro, in modo che le fragole si vedano da fuori. Si fa in pochissimi minuti e zittisce i sensi di colpa degli ospiti a dieta che tanto ci capitano sempre.
Io per esempio sono spesso l'ospite a dieta di me stessa.

26 maggio 2011

Un dolce strano di cui magari scrivo ora

E poi per il compleanno del mio coinquilino un paio di amiche hanno portato un dolce.

La ricetta non dev'essere molto originale, l'avevo già mangiato altre volte. La cosa particolare, però, è che lo hanno portato in bici, quindi è arrivato a destinazione tutto spappolato. Questo gli ha dato un tocco di originalità e la confusione degli ingredienti nel piatto mi ha stimolato a cercare di capire cosa fossero.

Mi sembrava di mangiare dei biscotti sbriciolati nello yogurt alla fragola, quindi mi sono informato ed erano effettivamente biscotti sbriciolati. La fragola c'era anche; lo yogurt non so, ma non è questo il punto. Era buono ed è piaciuto molto anche ai cani che girano tra i ragazzi seduti a terra in piazza San Francesco, ma non è neanche questo il punto.

Il punto è che mi sono sempre chiesto come si fa a ricavare la pasta per i dolci dai biscotti sbriciolati. Chissà.

21 marzo 2011

la paura si fa cioccolato

Due etti e mezzo di burro, di cioccolato, di zucchero, più sei uova. Che paura.
Eppure alla fine lo fai lo stesso il fondant al cioccolato. E gli ospiti se ne sbaffano due fette a testa, sia lodata l'anima loro (ma soprattutto lo stomaco).

27 febbraio 2011

La siliconata

- Te lo dico per l'ultima volta, devi smetterla di andare all'ipercoop quando ci sono gli sconti sugli stampi di silicone, che questo pensile sta traboccando!

- Ma dai, non prendono tanto posto! Lo vedi, si ripiegano uno dentro l'altro. E poi quello da plum cake mi serviva proprio.

- Infatti... sbaglio o ne avevi già uno?

- Ma questo è di misura totalmente diversa!

- Seee... due centimetri di meno in lunghezza e mezzo in larghezza, capirai...

- E poi questo ha il fondo liscio, non scanalato come quello che avevo già, così lo posso usare anche per una bavarese o qualcos'altro da rovesciare.

- E quell'altro che hai comprato, quello a ciambella pieno di nervature che pare un turbante, dimmi che ti serviva anche quello!

- Ma di silicone a ciambella non ne avevo mica! E poi è così bello, guardalo! Non è bellissimo? Pensa che meraviglia uno sformato di carciofi fatto qui dentro, magari con la besciamella dentro al buco...

- Mmmm...

- Vero? Ehi, ma che fai? Ma stai masticando!

- Mmmm, buono questo ciambellone, come hai detto che si chiama?

- Kugelhupf. Hai visto che bello? L'ho fatto con quello stampo lì, quello a ciambella. E te che non volevi farmelo comprare!

- E meno male che ti ho fermata, t'ho vista sai che avevi già puntato quello multiplo da muffin, che già abbiamo quelli singoli. Senti, e quella treccia brioche che hai fatto ieri nello stampo da plum cake?

- Se l'è finita la creatura.

- Peccato. Quando la rifai?


Salve a tutti, sono Perladarsella. La mia droga sono i lievitati, l'oscuro oggetto del desiderio la planetaria.
Ah, sono entrambi i personaggi del dialogo. 

14 gennaio 2011

Bombolone

Non conosco la ricetta e a dire il vero nemmeno la provenienza geografica dello stesso. Una sera ubriaca ho discusso sull'origine dello stesso. Quando questa storia e' stata pubblicata in un luogo assolutamente non coerente, ho scoperto che per me era stato un colpo di fulmine. Osare l'inosabile. E divertirsi da matti. A me il bombolone mi e' sempre piaciuto con la marmellata. Imprevedibile e non filologico come tutto ciò che ha fascino. Vorrei rispondere con un altro volo fantastico su questo dolce. Chi sa raccontarmi una storia su di lui?

4 gennaio 2011

Professional confectioner: don't try this at home

Non sai esattamente cosa ti avesse preso quel giorno, quando hai visto lo stampo da pandoro da Medagliani, anche se una parte di te sapeva che eri andata lì per quello (e per la bastardella, il termometro, il cannello, il colino chinoise...), quella stessa cosa che ti aveva preso pensando: "Tra Natale e Capodanno sono in vacanza, provo a fare il pandoro".
La ricetta sul tuo libro l'hai letta almeno dieci volte, ti sei proprio programmata la giornata, anzi, le giornate, perché sì, il pandoro si fa in due giorni, lievita per ore e quelle ore si trascorrono incrociando tutte le dita delle mani e dei piedi che vada tutto bene, dal che si capisce che non si può poi andare da nessuna parte così intorcigliati. Al massimo su twitter ad ammorbare i followers con tutte le fasi.
Dunque, per prima cosa si prepara il lievitino con farina manitoba, acqua, un tuorlo e lievito di birra. Si lavora e si lascia lì. Dopo un po' si prepara il primo impasto, con il lievitino, altra farina, altra acqua, un po' di zucchero (ma poco), un po' di burro e un uovo. Si lavora e si lascia lì. Poi si prepara il secondo impasto (attenzione, se uno si è già stufato sappia che non si è a nemmeno un terzo del lavoro) aggiungendo al primo impasto altra farina, zucchero, un po' di sale e di vaniglia e un altro uovo. E qui si lavora parecchio, pregando tutti i santi che non fonda il motore dell'impastatrice, che si surriscalda tutta e implora di smettere. Solo quando tutto il calendario è stato pregato, indovinerà il sagace lettore: si lascia lì. Intanto si tira fuori il burro (solo 140 gr), per la sfoglia.
Dopo tutto questo lasciar lì, l'impasto si prende e si mette in frigo (o sul balcone che è uguale) e... si lascia ancora lì! Poi si ripiglia, dopo almeno mezz'ora, si tira col mattarello a quadrato, ci si spalma sopra il burro, si chiude tutto a busta, si tira ancora col mattarello e si dà la prima sfoglia (cercare tutorial su youtube, che a spiegarlo a parole ci si mette un'ora), si mette il panetto sfogliato in frigo e si lascia lì. Repeat "sfoglia e lascia lì (in frigo)" x 3.
Ora, se uno si è programmato per bene, imburra benissimo lo stampino, taglia a metà il panetto (eh, perché lo stampino è da mezzo, ma se è da intero ovviamente no), lo lavora a palla e lo mette a lievitare tutta la notte nello stampino. Se si è programmato male ciccia, deve aspettare lì, con l'occhio puntato per ore e ore che l'impasto strabordi dallo stampo. Niente trucco e niente inganno: ci vogliono dalle otto alle dieci ore.
Cuocere in forno per venti minuti, magari coprendo con alluminio, che a te la parte sopra è venuta scura scura e il resto no. Ripetere ultima lievitazione (ci vorrà un po' meno, tipo quattro/sei ore) e cottura col secondo impasto.
Zucchero a velo e voilà, stremati da tutto questo lasciar lì, potete servire agli amici.

10 dicembre 2010

I classici della letteratura

Tu non hai mai letto Proust, a parte proprio il pezzo famoso sulle madeleines e devi dire che a parte la grandezza letteraria, il concetto di memoria e tutto quanto, non è che ti facessero granché gola queste madeleines, anzi. Sembravano proprio una tristezza, ma di quelle che non vanno né su né giù senza un sorso di the. Però poi le hai fatte e non solo erano buone, molto meglio di come sembravano nella letteratura, ma avevano pure la gobbetta d'ordinanza e queste sì che son soddisfazioni.

12 novembre 2010

Softporn

A me la cosa che piace di più dei cachi è giocare con le loro lingue sulla mia lingua.

27 ottobre 2010

i pro e i contro


Ora, io non è che voglia spingere tutti voi ad ospitare una cena del forno, però posso fare un elenco dei contro che si riduce a cazzoquantèbuonalacremebrulèealasciarlascongelare [contro perchè mi sono scofanata tutte e dodici le creme brulèe avanzate e poi mi chiedo perchè ho questo rifiorir di brufoli alla mia età], e dei pro che invece sono 3475647509789, inclusa la creme brulèe che a farla scongelare ridiventa meravigliosamente buona.
E incluso anche l'anello che una delle signore ha scordato qui.

[nota per gli invidiosi: basta scrivere qui una data, il venite quando volete non funziona. Parola di milanese efficentissima]

25 ottobre 2010

ci pensi tu al dolce?

è che io dolci non ne faccio. cioé faccio lo strudel, ma è per questioni genetiche e di preservazione della memoria (pomposo, ma è così). quindi se mi si dice di pensare al dolce per la cena, al massimo posso comprare i profiterol, o la busta di preparato chimico che poi messo in forno ambisce a farsi chiamare torta.
questa volta però unisco un insuccesso al clima della stagione alla voglia, e a un notevole sforzo di fantasia. non so se una marmellata si possa definire dolce. cioé, è dolce di sicuro, ma è inadatta a chiudere una cena. soprattutto se il menù della cena è ignoto.
l'insuccesso è quello dell'ultima cena (detto così...), che quelle castagne sono state una sofferenza sia a pelarle sia a mangiarle. allora ne prendo un altro baslotto (se non sapete cos'è, fate così con le mani. ecco, quella quantità lì) e lo butto in acqua, questa volta con un pizzico di sale e una spolverata di semi di finocchio. sarà che alla slunga son più fresche che alla sm(inchi)a, ma questa volta si pelano con facilità. la pellicina non passa dal pelapatate, per cui ci siamo. alla fine ecco una specie di purée dolciastro. faccio uno sciroppo con tanto zucchero quanto purée e tanta acqua quanto mi dice l'occhio (direi un paio di bicchieri, ma chissà), faccio bollire con la stecca di vaniglia, poi ci metto insieme le castagne e le cuocio a fuoco lento e girando perché non si attacchino. non sapendo quando son pronte, decido di fermarmi un attimo prima che la marmellata diventi talmente densa da non riuscire a metterla nei vasetti.
tanto lo so che ci resterà molto, molto poco.
ancora non ho la risposta: chissà se la marmellata di castagne è un dolce.

30 settembre 2010

torta nord-sud-ovest-est

ingredienti :

  • una cassiera orobica e una meno (molto meno orobica e molto più simpatica)

  • pasta frolla (due palle)

  • ricotta (una)

  • amaretti (se t'accatti quelli della viscienzi ggià sta la ggiusta quantità)

  • mandorle (na manciatella... fai tu)


il racconto da cassa a cassa suonava più o meno così :

- sientammé bbella sta torta fascile fascile quant'ebbuona:
- dimmi tresor..
- prendi la frolla e la dividi in due palle no?
spezzetti una palla accussì come ti viene sul funnu de sta teglia no?
unisci tutto 'nzemmula la ricotta gli amaretti sbrisciolati e le mandorle no? a mettici un uovo dentro.
peffinire l'altra palla ancora la spezzetti sopra sta cosa della ricotta. la ricotta dovrebbe essere quella nostra quella che ancora profuma di latte caldo e si scioglie in bocca. ma qui non la trovi.
- [...]

- inforni e aspetti. furnuta, hai capito ?

- si. capito. ta voli ben. stasira la pröe.


1 settembre 2010

irresistibili

Io i fichi posso mangiarli fino a scoppiare, scrisse ella prima che l'esplosione spargesse le bucce di un chilo di fichi per tutta la stanza.