25 febbraio 2009

cinghiale

Lotta di cinghiali: chi lo vuole che di cinghiale sappia, chi lo vorrebbe decinghializzare. Che comunque immagino che il cinghiale non voglia assomigliare al maiale, schiavo cugino, e se proprio proprio fosse chiamato ad una scelta, preferirebbe essere ricordato come carne selvaggia e non troppo addomesticata (ma mi sa che i cinghiali se ne fregano e vorrebbero soltanto continuare a cercare tuberi nei boschi qui vicino).


Comunque, non siamo qui per fare filosofia.

Prendi un bel pezzo di cinghiale e taglialo a pezzettoni, con un coltello di ceramica (mica per altro, è che è più carina la lama bianca sul rosso scuro).Lascialo a bagno per qualche ora in vino rosso non troppo pregiato non troppo scadente: barbera spesso, va benissimo. Spargici chiodi di garofano grani di pepe pochissima noce moscata pochissimissima cannella due foglie grasse di alloro.

Poi: se sei uno sfigato come me, prendi una pentola di terracotta (se no, userai la meravigliosa e pesantissima casseruola di ghisa e acciaio di Le Creuset, che prima o poi mi compro, ecco). Un pezzo di burro, sedano carota e cipolla.

Soffriggi, a fuoco bassissimo, ça va sans dire. Nel frattempo pulisci qualcosa, metti in ordine, che non vogliamo lasciare la cucina un cesso, no?

Quando il soffritto è pronto, alzi il fuoco,  ci butti la carne e la fai rosolare affinchè si produca la ben nota rezione di Maillard, (per far capire che non sono troppo grezzo, un po’ di argenteria intellettuale in mostra).

A questo punto, ci metti il vino della marinata e fai cuocere lentissimamente ore e ore e ore, aggiungendo vino rosso o bianco se dovesse asciugare troppo.

Fai poi la polenta, con la migliore farina che trovi (tanto più di due euro è impossibile spendere).

Bevici sopra il miglior rosso di cui disponi.

23 febbraio 2009

tonnarelli raccontati

nella mattina della domenica non so bene il da farsi, per cui i primi ingredienti sono:

1 bicicletta
2 gambe

scivolo giù fino al paese e vado a vedere che pesci ci sono, aggiungo:

1 mucchietto di arselle

poi per quello che ho in mente ci vorrebbero degli gnocchi, ma se sono terminati, perchè terminano spesso, come stamattina, quindi se terminano prendo:

1 po' di tonnarelli freschi,

per cuocerli mi indicano 5/6 minuti,

ora mi procuro:

3 o quattro pomodorini

1 ciuffo di prezzemolo

che l'aglio ce l'ho già a casa.

condisco tutto con la pedalata in salita per tornare a casa,

tempo doccia si cuociono i tonnarelli e si aprono le arselle nella padella con i pomodori e l'aglio

e mentre svuoto con pazienza tutte le arselle penso che fare una ricetta mi fa sempre pensare a chi me l'ha insegnata, chè le ricette sono in fondo null'altro che legami invisibili tra le persone e raccontare le ricette ad altri è comunque un gesto d'amore...

una spruzzata di prezzemolo e aglio sopra i tonnarelli spadellati a lungo.

17 febbraio 2009

I biscotti antiansia

Accadde a Natale che il tuo migliore amico ti regalò una confezione con cento formine da biscotti. Sono quegli eventi che una non lo sa, ma le cambiano la vita. Tipo che sei impazzita a cercare su internet ricette di biscotti, infilandoti poi in un tunnel di foodblogger strepitosi (come diceva la Pina di radio DJ, se sei in un tunnel non cercare l'uscita, arredalo), che ti fanno passare le ore a sbavare davanti allo schermo e alle loro foto di ricette. In uno di questi hai trovato un riferimento a Il libro d'oro dei biscotti, che hai desiderato per giorni e che poi infine hai comprato sabato scorso. Hai passato il fine settimana a guardare le foto, praticamente sottraendoti a qualsiasi attività sociale.
E poi ieri sera eri nervosa. Eri nervosa perché stamattina dovevi parlare in pubblico, cosa che a te mette un'ansia pazzesca. E allora ti aggiravi per casa in preda all'isteria e per di più avevi in frigo un cartone aperto di panna che sta per scadere. La soluzione era una: far fuori il cartone di panna preparando una teglia di biscotti che ti facessero passare l'isteria. La ricetta, va da sé, l'hai presa dal libro d'oro, hai solo rivisto un po' le dosi perché tre teglie ti parevano eccessive e non avevi burro a sufficienza. Perciò.
Hai fatto sciogliere circa 50 gr. di burro in un pentolino, hai messo nel mixer 150 gr. di farina, 90 gr, di fecola di patate, 90 gr. di zucchero, un cucchiaino di lievito e mezzo cucchiaino di polvere di vaniglia (visto che costa come un trapianto di rene questa potete pure ometterla). Una volta mixati gli ingredienti in polvere hai aggiunto il burro fuso, un tuorlo e più panna di quel che prevedeva la ricetta. L'impasto è venuto un po' colloso e facevi fatica con le formine, ma il sapore ne ha guadagnato. Comunque, una girata di mixer, hai fatto la pallotta e stavi per metterla in frigo (per una quarantina di minuti) quando ti si son parate davanti le gocce di cioccolato. La morte sua. Così le hai aggiunte all'impasto.
Al momento convenuto hai infornato i biscotti per circa dieci minuti e puoi serenamente confermare che questi sono i più buoni che hai fatto finora.
E stanotte hai dormito benissimo.

2 febbraio 2009

Qualcuno mi aiuti

Mi chiamo lise.charmel e sono una consultatrice compulsiva di ricette. Compro riviste di cucina a iosa. Compro libri. Frequento forum. Consulto food blog. E basta. Le ricette mi limito a procurarmele, poi mica le faccio. Al massimo le leggo, se ci sono le foto le fisso.
Tranne che i dolci. Il venerdì sera sono diventata una pasticcera industriale. Sforno biscotti a ciclo continuo, tanto che il moroso mi ha dovuto chiedere di smettere, che avevamo troppe cose per la colazione in casa. Così li ho portati in ufficio.
E quatta quatta, venerdì scorso ho atteso che uscisse con gli amici per rimettermi al forno. Per prima cosa ho frullato un etto di nocciole sgusciate con due cucchiai di zucchero. Poi ho mescolato 150 gr. di zucchero con due uova. Ho aggiunto una tazzina di olio d'oliva, 300 gr. di farina, una bustina di lievito e le suddette nocciole. Ho aggiunto un cucchiaio di cannella. Avessi avuto in casa delle gocce di cioccolato sarebbero state perfette. Purtroppo no. Ho mescolato un bel po' e ho suddiviso l'impasto in una formina a ciambella e in una da plum-cake, il tutto in forno a 180°C per 40 minuti.
Il momento della cottura è visionabile qui.
Il sabato mattina era tutto così buono che il moroso non ha osato rimproverarmi. Però la ciambella gliel'ho fatta portare ai suoi genitori, che noi a casa nostra abbiamo ancora un panettone da finire.