24 dicembre 2010

e vedro' cosa mangio...


mentre cerco i muffin di sammy per rifarli. ma che tag gli avete dato cazzarola ?

comunque intanto che scartabello che dovrò leggere tutte le ricette di un anno ti passo questa.
premessa : io sono amica della sig.ra parisi che non è cosa da poco. la sig.ra parisi dalla provincia di trapani mi ha mandato un pacco che sfamerebbe tutto lo zimbabwe e forse anche il congo.

dentro c'erano anche le Passuluna ...tu dirai e vabbé sono olive. una beata fava, quelle sono Le Olive. e la sig.ra parisi mi fa fare una pasta così : si prendono cinque o sei Passuluna sott'olio (sono grandi come un uovo di gallina ), le schiacci poco poco con la forchetta, che ci esci quel liquidino. le salti con uno spicchio d'aglio (sempre allegato nello sctaolone delle meraviglie), aggiungi ancora un poco di olio nostro (prima spremitura di quest'anno fresco di frantoio, arrivati 25 lt.). e fai appiccicare questo sughino allo spaghetto. una grattata di pecorino. la sig.ra parisi aggiunge : e vedrai cosa mangi...

22 dicembre 2010

Clessidriamo

Il tempo della cucina e' un tempo naturale....La domanda e' come si fraziona un tempo naturale?

Insalate divine

Ho fatto una insalatina ieri che levete.
Avevo nel frigo tutte quelle cose che non si hanno quasi mai nel frigo e che cambiano la cena.
Due tipi di trevisana, una rossa a mazzetti piccini con la radice intera ed una verde punteggiata a ciuffetti, un avocado che ho tagliato a cubetti, crescione, erba cipollina, cerfoglio, dragoncello e lemongrass fresco (quest'ultimo è la mia passione del momento, nelle zuppe poi...) ho condito con olio, sale alle erbe e mezzo limone.
Mi è sembrato di mangiare un prato fiorito e di aver la faccia pucciata dentro all'erba.

Mi è avanzato un quintale di finocchietto, ma quello pensavo di regalarlo a Papoff® per natale.

20 dicembre 2010

Post brasato appassionato

Dal primo post alla cena le invitate erano aumentate, attestandosi intorno a quota 40.

9 chilogrammi di manzo (cappello di prete), 500 grammi di pancetta affumicata, 35 carote, 20 cipolle, 30 coste di sedano, 8 chiodi di garofano, 300 gr di burro, 500 ml di olio extravergine, 4 mazzetti di spezie (alloro, salvia, rosmarino), 6 litri di barolo (cheap and chic), due scatole di passata di pomodoro, 2 litri di brodo vegetale, sale, pepe. Steccato il brasato con carota, sedano e pancetta. 12 ore di marinatura, 5 ore di cottura.

L'applauso al cuoco-sociologo, alla fine, è arrivato... insieme alla nausea per uno dei miei piatti preferiti...

16 dicembre 2010

Non per vegetariani.....

E intanto sta bollendo nella pentola una testina di vitello.

E mentre bolle, si espande nella casa odore di brodo. Sedano, carota, cipolla. Un classico.

La testina lentamente si cuoce.

Gli estimatori lo sanno.

La carne morbida e gommosa della testina di vitello è decisamente un piatto prelibato.

E oggi avevo bisogno di cucinare un piatto così. Che andasse da solo. Che si facesse ricordare solo per il profumo. E che con il profumo mi portasse proprio lì.

Che non impedisse alla mente di continuare a pensare, ma che riuscisse a dare ai pensieri una consistenza più morbida.

Perchè ogni tanto bisogna tornare.

15 dicembre 2010

l'odore delle rose è una reazione chimica

[Anche quello dei carciofi cotti a vapore]

se un giorno lo scoprissi non l'ameresti piu'?

Il senso delle cose e' una coperta stesa su un passato ancora vivo ma te lo ricordi tu?

Se torni indietro amore tu certo ce la farai a dare un senso alle cose che sono dentro di te
Se torni indietro amore.

Il perche' delle emozioni perche nascono e poi muoiono credi a me non lo sappiamo e non lo sapremo mai.
Ma le cose in cui credevo io son le stesse da una vita, cambia forse lo scenario, cambia il gusto ma che fa?
Se torni indietro amore...

[e poi stacchi una foglia, la intingi nel pinzimonio e coi denti separi la polpa dalla corteccia dura, una foglia alla volta sino ad arrivare al cuore]


Se torni indietro amore tu certo ce la farai a dare un senso alle cose che sono dentro di te
Se torni indietro amore.

13 dicembre 2010

Laboratori di Resistenza

Vi è mai capitato di essere seduti nel centro di una stanza con le volte di mattoni chiamata Infernotto, nel mezzo della Vigna La Rosa, il vitigno da cui nasce uno dei Barolo più pregiati della storia, con una cucina Molteni rossa fiammante posizionata anche lei nel centro della stanza ed uno dei più grandi chef del mondo, Cesare Giaccone, che cucina solamente per voi due circa dieci opere d'arte?

A me si, sabato.
E me la tiro tantissimo.

[Nella prossima vita voglio nascere a  Serralunga d'Alba]

12 dicembre 2010

Tui Na romagnolo

mezzo chilo di farina, un bicchiere di acqua, mezzo di olio leggero (ci andrebbe lo strutto, ma è pesante...), mezza bustina di lievito

guen fa rotolamento ulnare. pressione del fianco della mano, fino alla nocca dell'anulare.
na fa presa tra il pollice e i polpastrelli delle altre dita
yi zhi chan tui fa o meditazione con un dito. pressione con il polpastrello del pollice, oscillazione del braccio fino al polso
tan bo fa pressione e strusciamento dei pollici in avanti
mo fa sfregamento circolare con la mano aperta, premendo con il palmo e le dita
ruo fa frizione locale con la base del palmo fino alla falange del pollice
tui fa spinta in una direzione
za fa spinta nelle due direzioni
kuo fa martellamento con il pugno. il polso deve rimanere rilassato, le dita semichiuse

porre la piadina così spianata sulla piastra calda. premerla leggermente perché il calore sia uniforme su tutta la superficie, quando cambia colore girarla evitando che bruci. cuocerla allo stesso modo sull'altro lato.

se in casa c'è solo gorgonzola e insalata, come ripieno vanno benissimo.

Brasato appassionato

La mia capa m'ha chiesto: "per la cena di Natale di quest'anno non prendiamo il cuoco, ci pensi tu?". Ho risposto con un: "sì, speriamo... e se poi viene una merda?". Il menù è tutto sommato abbastanza semplice: brasato e polenta, con qualche cotechino e salame bollito. Il problema sono i mangiatori o, meglio, le mangiatrici: 30 signore, volontarie, riunite per l'occasione attorno al piatto forte: il mio brasato.
Sono un tipo un po' ansioso, lo ammetto. Per calmare l'ansia da prestazione mi son buttato sui vari libri di cucina alla ricerca di alcune delle possibili ricette e varianti del piatto, per stupirle con effetti speciali... cappello del prete, no, spalla; razza piemontese, no, manzo argentino; lardellato, sì, ma anche marinato nel Brandy, nel Barolo, nel Barbera; cannella, chiodi di garofano; grasso, meglio se di rognone, no, meglio il lardo, no, meglio la pancetta... e l'ansia aumenta.
Insomma, leggere e rileggere il Kamasutra nella speranza di stupire con una prestazione incredibile qualcuno che ti piace non aiuta a calmare la tensione. Così ho pensato: "in fondo, la cosa importante è divertirsi... se poi le 30 donne non saranno soddisfatte della mia prestazione, chiederò un'altra chance..."

10 dicembre 2010

I classici della letteratura

Tu non hai mai letto Proust, a parte proprio il pezzo famoso sulle madeleines e devi dire che a parte la grandezza letteraria, il concetto di memoria e tutto quanto, non è che ti facessero granché gola queste madeleines, anzi. Sembravano proprio una tristezza, ma di quelle che non vanno né su né giù senza un sorso di the. Però poi le hai fatte e non solo erano buone, molto meglio di come sembravano nella letteratura, ma avevano pure la gobbetta d'ordinanza e queste sì che son soddisfazioni.

E poi

E poi cucinare è uno dei pochi, ultimi atti rivoluzionari che ci siano.
Vuol dire evitare il pronto e il precotto. vuol dire, almeno per me, cercare il cibo che assomigli quanto più alla pianta o alla bestia originaria.
Al sistema questo piace poco, chè dovremmo comprare sempre i poppottidel nonno da friggere o da scaldare.
E poi è buono.

(io stamattina ho impostato il minestrone di miglio a lunga cottura: lom metti sulla piastra elettrica - oh, nel miniminiresidence che mi hanno assegnato c'è solo quella -   prima di uscire e appena la pentola a pressione iniza fischiare spegni tutto. fra tre ore sarà ancora tiepido)

8 dicembre 2010

non avere paura

chi l'ha detto che cucinare sia un gesto che si fa per gli altri? certo, il bello è condividere quello che si prepara, ma ancora più bello è condividerne la preparazione, o più semplicemente farlo e basta. qualunque cosa tu faccia, il suo significato vero è quello che ha per te tessa, nel momento stesso in cui lo fai. non esiste un prima, non esiste un poi. per questo preferisco le pietanze ai dolci: perché un dolce, se viene bene, deve venire sempre uguale. una pietanza (scusa chiamo così tutto quello che non è dolce) se viene bene, è sempre diverso. perché dipende dagli ingredienti, che dipendono da come li hai scelti. perché dipende dal tuo stato d'animo mentre li cucinavi. perché è qualcosa che esiste solo nel momento che lo fai, che lascerà un'unica traccia profonda dentro di te.
per questo, tutto quello che cucinerai da oggi in poi sarà solo per te stessa. come uno scrittore è chiunque scriva, e solo nel momento in cui scrive, così un cuoco è tale solo mentre cucina. non avere paura. continua a farlo.

6 dicembre 2010

Psicologia spicciola

Quando uno va al Bar della Crocetta a Milano sa che il menù coprende circa duecento panini e sa che i panini lì sono fatti come Dio comanda, con un carico di circa un etto e mezzo di salume cadauno (non è una battuta), il pane scaldato a parte il salume a freddo, sa che ogni panino comprende una lista di ingredienti a comporlo così lunga ed importante che ciascuno finisce con etc etc.
E insomma dicevo, che quando uno va al Bar della Crocetta a Milano, e prende un panino mozzarella e pomodoro, c'ha per forza dei problemi grossissimi e sicuramente un'infanzia infelice ed anche ora non se la deve spassare troppo bene e io provo un sentimento misto di compassione e tristezza e disprezzo e vorrei abbracciare costui, consolarlo e dirgli che la vita è una cosa meravigliosa e che non c'è motivo che si butti via così.

[ma poi alla fine ieri ho preferito ignorare i problemi del tavolo accanto e concentrarmi sul mio panino contenente due etti di lingua, salsa nostra, pomodoro, cuore di palma, patè, tabasco, fonduta di formaggi etc. etc.]

3 dicembre 2010

ho un'amica a cena

non ho tempo per fare spesona, non ho nemmeno tanto tempo per cucinare. tanto siamo tra noi, dove si mangia in uno si mangia anche in due, ci basta un po' di polenta e un sugo facile, tipo di funghi. che ci vuole, li metto nell'olio caldo con uno spicchio d'aglio, li bagno di pomodoro, aggiungo un po' di kummel e alloro e lascio andare.
magari già che ci sono chiamo anche l'amico, è da un po' che mi chiama lui per primo, vediamo se si unisce. tanto dove si mangia in due si mangia in tre.
quello che mi fa piacere è che l'amico ha capito che a casa mia non mi formalizzo, come lui a casa sua, e allora porta l'altro amico, che avevano un mezzo appuntamento. tanto dove si mangia in tre si mangia anche in quattro.
magari allora oltre ai funghi prendo due salsicce, tanto mi ha insegnato la strega che basta mettere anche loro al caldo dell'olio insaporito con l'aglio, poi magari quando son colorate le bagno con un po' di vino e aggiungo alloro e altro pomodoro, così fanno salsa. in umido, ecco. con la polenta ci staranno bene.
l'amico dell'amico pensa al cognato, poveretto lavora tanto e gli farebbe bene la serata tra amici. a me sta simpatico il cognato dell'amico dell'amico. tanto dove si mangia in quattro si mangia anche in cinque.
allora già che ci sono mi allargo anche io, e lo dico anche alla collega. tanto dove si mangia in cinque si mangia in sei. ormai si conoscono tutti, non è nemmeno necessario chiedersi se si piacciono o no, se han voglia bene, sennò stiamo bene lo stesso. è il bello di un gruppo senza pare: chi ha voglia c'è, chi non ha voglia nessuno gli chiede perché; ci sarà la prossima volta. facciamo che prendo del gorgonzola, così se manca condimento c'è, e se non manca se ne resta tranquillo in frigo.
la collega ha un'amica che ha perso un volo, è un po' giù ed è bene che non stia sola. tra funghi salsiccia e gorgonzola, dove si mangia in sei si mangia anche in sette, è la benvenuta.
nel dubbio passando dal super avevo preso anche mezzo di latte e delle uova; farina e zucchero sono già in casa, ed è una fortuna perché altrimenti sarebbe mancato il dolce: l'amico dell'amico sente la fidanzata e l'amica della fidanzata, decidiamo di fare le crepes e passano anche loro. tanto dove si mangia in uno si mangia anche in nove.

Profumo di......

Da nuova nuova, anzi usata poco, anzi usata il giusto scrivo il mio primo post in questo bel posto.

Capita che sono nervosa. Capita che quando sono nervosa mi ritrovo in cucina. Capita che mi viene voglia di fare il pane.

Perchè non c'è nulla che mi rilassa come fare il pane. Beh, anche altro ma tant'è che si parla di cucina....

Per un kilo di farina, prendo tre cucchiai di ottimo olio extravergine di oliva, un panetto di lievito di birra, tre cucchiai rasi di sale fino, acqua ad occhio e a tasto.

Prima cosa: faccio sciogliere il mio panetto di lievito in acqua tiepida, meglio se frizzantina.

Poi verso la farina, aggiungo sale e olio e acqua alla bisogna.

L'acqua va versata piano, man mano che impasti l'acqua si amalgama alla farina e quella che sembrava troppa prima, magari dopo ti sembra poca. Non stancarti mai di impastare con le mani. Tanto più impasti, meno pensi ai tuoi problemi.
Man mano che l'impasto prende forma, spesso prende forma anche il pensiero giusto, quello che cercavi proprio e che non ti veniva prima.

Quando il tuo impasto ha la consistenza giusta e l'aspetto giusto (elastico, liscio, e che ben si stacca dalle tue mani) accomodi la tua palletta di pasta di pane in un contenitore e, bada bene indispensabile, lo metti a riposare con una bella croce fatta dalle tue manine sopra.

Questo è il segreto tramandato di madre in figlia. Mai capito a cosa servisse, ma mai provato a farla riposare senza averla fatta prima.

Per aiutare il miracolo della lievitazione io accendo intanto il forno e aspetto con pazienza che la palletta diventi una pallona. L'attesa è taumaturgica.

Io inforno il pane in due forme: piccoli panetti tondi con taglio a croce da coltello, che in cottura esplode come un fiore e un pane grande che si conserva per più giorni con un taglio a spiga di grano.

A centottanta gradi per un pò, quasi un'oretta, fino a quando il profumo di pane si espande nella casa e tutto il tuo buonumore passa anche ai presenti e ai vicini di casa che sentono il profumo dalle rampe della scala del condominio.

Et voilà. Dopo mi sento benissimo.