Visualizzazione post con etichetta antipasti. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta antipasti. Mostra tutti i post

27 gennaio 2012

branda, branda, branda! cujun! cujun! cujun!

chissà se il merluzzo del nord atlantico, nella sua breve vita errabonda, ha abbastanza fantasia per immaginare di finire prima in una rete, poi tagliato in due ed essiccato al sole e al gelo, poi esportato a sanremo. il merluzzo conosce l'esistenza di sanremo? il merluzzo canta canzoni italiane? e soprattutto può immaginare di diventare una crema spalmata sui crostini di pane?
il nome, brandacujun, viene dal fatto che in origine la moglie bolliva lo stoccafisso con le patate, poi li metteva in una pentola o una scatola con olio limone sale aglio erba cipollina e quelchecè, e il marito la scuoteva finché non  si disfaceva tutto e diventava una crema, facendosi un mazzo tanto.
il minipimer è più comodo.

3 gennaio 2012

il mondo alla rovescia

ebbene sì, un'acciuga può nobilitare un salmone. basta prendere un pezzetto di pane tostato, farci sopra un ricciolo di paté di salmone ri**are, e adagiarci sopra un'acciuga arrotolata intorno a un cappero.

voilà.

p.s. si consiglia gintonic

28 agosto 2011

tre minuti

fai due sedani a fette di tre millimetri, poi col pelapatate ci scagli sopra bottarga e parmigiano, spruzzo di pepe bianco e filo d'olio per completare. 

4 luglio 2011

madeleine

Schiacciare tra pollice e indice la salsiccia fresca e scorrere lungo il budello per liberarla e spalmarla sul pane.
Ho sei anni, adesso.

29 giugno 2011

Pan tomate

il pulpo alla gallega non conta, dai, che lo conoscono tutti emagari lo chiamano polpo condito e basta.

Invece, sta cosa che alle sette del mattino, dopo che hai camminato un'ora sul cammino di santiago, ti fermi al bar tistorante tabaccheria dituttoupo' e chiedi un caffelatte e un pane e pomodoro col pane  tostato col pomodoro fresco frullato che prima ci metti l'olio sul pane poi ci metti a cucchiaini il pomodoro poi il sale poi lo mangi, be', e' una bella cosa.

7 marzo 2011

13 gennaio 2011

il bello di ospitare le cene del forno in casa propria è che poi nonfai la spesa per due settimane

a chiunque abbia dimenticato a casa mia la confezione di pasta sfoglia bui***i che scade domani, e anche a chi ha lasciato un barattolo di crema di pomodori ca**i, volevo dire che ho spalmato la crema sulla pasta, l'ho piegata in due e l'ho messa in forno.
così, giusto perché domani scade e non ho altro in casa.

p.s. il barbera (maschio perché è pavese, giusto?) ci sta pure bene

1 gennaio 2011

se i giapponesi mangiassero carne

ho un amico giapponese. non so nemmeno come si chiama, perché si firma con un nick. l'ho incontrato in maggio, pedalando verso novi sad. l'ho sorpassato, e salutandolo lui mi ha fatto cenno di femarmi. scambio di mail, qualche chilometro di strada insieme, poi ci siamo salutati.
da allora mi manda, ogni tanto, una mail di saluti: una per l'inizio dell'autunno, una per il natale (dicendo che non sa cos'è ma mi fa gli auguri), una per l'anno nuovo. diche che è l'anno del coniglio, e racconta una storia incomprensibile, deve aver scritto in inglese con il traduttore di google.
questo è tutto quello che so del giappone. so che mangiano pesce crudo arrotolato nelle foglie di alghe. io tutto il pesce crudo lo chiamo sushi, in qualunque forma. forse potrei chiamarlo sushi anche se non fosse pesce.
così ho pensato di fare il sushi di carne.
uno era una tartare con limone, olio, prezzemolo, pepe, grani di senape (li trovate in un negozietto di via vitruvio), cipollotti, scorza di limone. arrotolato in una striscia di melanzana grigliata, e legato da un filo di erba cipollina.
uno era un carpaccio di manzo condito più o meno con le stesse cose, riempito di insalatina e parmigiano, arrotolato e legato da un filo di erba cipollina.
il terzo era andato vitello, ma è tornato manzo. spalmato di salsa tonnata e riempito di sedano e carota tagliati alla julienne. arrotolato e legato da un filo d'erba cipollina.

15 dicembre 2010

l'odore delle rose è una reazione chimica

[Anche quello dei carciofi cotti a vapore]

se un giorno lo scoprissi non l'ameresti piu'?

Il senso delle cose e' una coperta stesa su un passato ancora vivo ma te lo ricordi tu?

Se torni indietro amore tu certo ce la farai a dare un senso alle cose che sono dentro di te
Se torni indietro amore.

Il perche' delle emozioni perche nascono e poi muoiono credi a me non lo sappiamo e non lo sapremo mai.
Ma le cose in cui credevo io son le stesse da una vita, cambia forse lo scenario, cambia il gusto ma che fa?
Se torni indietro amore...

[e poi stacchi una foglia, la intingi nel pinzimonio e coi denti separi la polpa dalla corteccia dura, una foglia alla volta sino ad arrivare al cuore]


Se torni indietro amore tu certo ce la farai a dare un senso alle cose che sono dentro di te
Se torni indietro amore.

10 novembre 2010

e daje al finocchio!

Prendi un finocchio e mozzagli le corna (si sa che i finocchi sono promiscui). Poi con due colpi di mannaia taglialo in quattro pezzi e mangiateli allegramente sul divano mentre scrivi di come hai liberato il mondo da un essere così depravato.
Eroa.

24 settembre 2010

il piatto per il viandante

ogni volta che càpito da casa sua c'è una pentola sui fornelli, con qualcosa di pronto. come se il cibo cucinato fosse lì ad aspettare un ospite di passaggio occasionale, uno di quelli che citofonano senza avvisare, e salgono a fare due chiacchiere. questa volta era un profumo di funghi, che non corrispondeva per niente alla padella con peperoni verdi, quelli stretti e lunghi che non so come si chiamano, saltati in padella a fuoco lento con un filo d'olio, uno spicchio d'aglio, un po' di capperi e, forse, un'acciuga. li spiluccavo distrattamente con una mano, mentre con l'altra coccolavo un cane, mentre il cervello si rilassava, mentre ascoltavo.

6 maggio 2010

caelum non animum muntant qui trans mare currunt

quella volta ero nervoso, reso ancora più nervoso dalla necessità di apparire tranquillo e sempre padrone della situazione. era il mio primo incarico da skipper, la prima navigazione lunga, le prime due traversate con la responsabilità sulla barca e su chi ci stava sopra. e a parte l'amica con cui condividevo la responsabilità, il resto dell'equipaggio si dimostrò subito inadatto al compito. un gruppuscolo di giovincelli cazzari e spensierati, interessati più alle discoteche dei porti che all'avventura della vela, più ai bagnetti che al vento, sempre pronti alla rimostranza se l'acqua del mare non era alla loro temperatura preferita. come se ci potessi fare qualcosa, ecco. l'arrivo a portisco era stato più avventuroso e faticoso di quanto temevo, anche se senza incidenti. il maestrale non lasciava scampo, eravamo condannati a restare nel porticciolo più caro d'italia per almeno due notti. loro erano felici, perché c'erano i localifighi. la seconda sera, snervato dall'attesa e dalla compagnia, mentre loro andavano a rosolarsi in spiaggia, decisi di restare a bordo a sistemare la barca, e a cucinare. cucinare in barca è entrare in un'altra dimensione: i fuochi sono solo tre e piccoli, le pentole sono poche e con i coperchi spaiati, lo spazio è assente. in un modo o nell'altro riuscii a far bollire un po' di patate, e una quantità equivalente di fagiolini (pagati al prezzo della costa smeralda, ovviamente). in mancanza di un passaverdure schiacciai tutto con la forchetta, e lo insaporii brevemente in una padella con una cipolla.
il profumo mi fece pensare che con una cena così i fighetti sarebbero stati felici di darmi una mano il mattino dopo, quando si prevedeva una breve calma nel maestrale, tanto da passare le bocche di bonifacio. una spruzzata di maggiorana e di origano aggiungevano odori mediterranei, perfetti per l'occasione.

i profumi fanno diventare ottimisti.

questo pensavo mentre aspettavo che l'impasto si raffreddasse abbastanza da romperci dentro un paio di uova, imburrando e cospargendo di pangrattato l'unica, macilenta teglia di bordo. amalgamai tutto tranquillamente, e godendomi il tepore del sole mitigato dal vento, aggiunsi parecchio parmigiano grattugiato (quante g ci vanno in grattugiato? due?). alla fine mi decisi a spalmare tutto nella teglia, tirandolo pari con una forchetta, in modo che fosse alto non più di due centimetri. con la forchetta, rigai la superficie a losanghe, come una crostata, e la cosparsi abbondantemente di pangrattato e origano, fino a coprirla. in mancanza di un forno elettrico, decisi che era pronta quando fu ben dorata. di sicuro l'equipaggio avrebbe gradito, e sarebbe stato felice di partecipare alla navigazione dell'indomani.

dopocena gli dissi che il mattino dopo saremmo partiti molto presto, perché dovevamo recuperare le miglia perse nella sosta. all'unisono risposero: perfetto, così andiamo in discoteca fino all'alba e poi andiamo a dormire mentre tu fai andare la barca.

3 aprile 2010

pulp fishing

ragazzi scusate se sono ancora qui tra le balle, ma a sto punto mi sembrava inevitabile coinvolgervi.
ho comprato i fasolari. non sapevo bene come approcciarli. vado in rete e cerco l'informazione. cito testualmente :

Il segreto per poter gustare al meglio il fasolaro e mantenerne morbide le carni è tutto nella battitura.Il mollusco va infatti battuto con un martello da cucina sul piede rosso, fino a che questo non cede in consistenza. Si consiglia, prima di battere il fasolaro, di togliere la sacca intestinale onde evitare schizzi indesiderati.

Scusate ma sto ancora con il ricordo degli occhi di totano sparsi per il tagliere e ora devo prendere a "martellate il piede del fasolaro???"  (prima devo trovarglielo...mica di martellargli qualcos' altro..)

io la devo smettere di acquistare cose per il colore e il luccichio delle valve.

p.s. anche il martello da cucina è tanta roba...

8 febbraio 2010

Cose da turchi

È sabato e che cerchi una qualsiasi scusa per distrarti, per non pensare e ti trovi quasi per caso in un posto in cui tutto intorno sa di pesce; i panini sanno di pesce, la focaccia sa di pesce, il cappuccino sa di pesce e ci sono insegne appese un po' ovunque che rappresentano tutte, ma proprio tutte, le creature che popolano il nostro bel Mar Mediterraneo (scafisti esclusi).

Ti trovi davanti alla tua pescheria di fiducia e nonostante tu sia ospite a pranzo, ti viene voglia di cucinare pesce per un reggimento (anche se, praticamente, sei da solo considerando che è un periodo in cui tua sorella mangia come un uccellino).

Qui, in questa pescheria, c’è un pescià che serve al banco con la faccia di cartavetro, il berretto come il tizio della reclam del ‘ tonno insuperabile’ e mani callose con cui potrebbe squamare i pesci a forza di carezze. Ti mette una certa soggezione, anche perché lui non parla quasi ma grugnisce con la tipica cordialità che contraddistingue noi che abbiamo quella faccia e quell’espressione un po’ così…

Allora per non fare la figura dello sprovveduto lupo di mare che non distingue un cefalo da una cernia, ti aggiri tra le cassette polistirolo piene di ghiaccio con sopra il pesce e attivi il programma di riconoscimento ittico. Come e' che doveva essere l'occhio del pesce per sapere se è fresco o meno? Ah si, lucido e limpido... e il corpo? deve essere molle o rigido?

Incroci con lo sguardo delle mazzancolle del pacifico…
L’elaboratore dei dati va i tilt, c’è una evidente contraddizione quindi ti domandi come possano essere fresche proveniendo da laggiù. Allora immagini il capitano dell’Andrea Gail che ha appena issato sul peschereccio una incredibile quantità di crostacei, a tutto motore torna al porto e carica a tempo di record le casse su un biplano velocissimo pilotato dall’alter ego del Barone Rosso che, appena raggiunge la pescheria sgancia a mo’ di bombe il prezioso e fresco pescato proprio sul bancone di Giuan il pescivendolo. Si si, indubbiamente queste sono freschissime!

Durante l’attesa del mio turno l’illuminazione, complice anche il passaggio di due persone nordafricane, Tunisine probabilmente. Mi è venuta in mente una ricettina per fare uno stuzzichino con le cozze che avevo letto qualche tempo fa, e poi con mia sorella le posso mangiare!!

Spazzolate e sciacquate le cozze, raccoglietele in una casseruola con un dito d’acqua, coperchiate e lasciate sul fuoco finché non si saranno aperte, poi sgusciatele e infilzatene 4 su uno stecco.

Mescolate la farina con due tuorli, birra e un pizzico di sale, quindi incorporate gli albumi montati a neve con un poco di sale. Passate gli spiedini in questa pastella, friggeteli subito in olio ben caldo e scolateli su carta assorbente da cucina.

Per me sarebbero già pronti con la sola spruzzatina di un limone, ma per i più soffisticati e curiosi si possono servire accompagnati ad una salsina preparata mescolando pinoli tritati con lo yogurt, uno spicchio d’aglio tritato, succo di limone, scorza di limone grattugiata e sale.

Ecco tocca a me.
R: Ciao Giuan, mi dai per favore un chilo di muscoli di Spezia?!
G: grumph*

*suono gutturale intraducibile

31 gennaio 2010

Matericomuffin

Quando guardi un'architettura non ti chiedi, generalmente, quanto cemento o il numero di vani che ci sono in cantina, ma ne osservi lo slancio, la forma, il materiale esterno. Io ho sempre ammirato queste costruzioni spuntare dai banchi delle gastronomie e delle caffetterie come piccoli funghi di morbidezza dolce o salata e l'unico timore nel riprodurli è sempre stato che venissero fuori dei macigni utili sono come panettoni separa-traffico da far decorare a Pao. Per ottenere questa forma lo stampino, insieme ai suoi altri 11 fratelli, si arroventa per mezz'ora ai 200° del forno, dopo essere stato riempito per tre quarti, o poco più se si vuole una chioma temeraria. Il composto è ultimato con un etto di prosciutto a dadini, un etto di formaggio emmental grattugiato grosso e un bel po' di paprika. In realtà questo è un po' l'arredamento che si può variare,e siccome non sono né cuoco né architetto, mai vorrei passare per arredatore! Il corpo è un areato miscuglio ottenuto dal lavoro dello sbattiuova elettrico che incorpora l'ossigeno tra gli elementi creando una soffice pasta, il cui ultimo aggiunto sono 200gr (godere!) di burro molto morbido (anche completamente sciolto si è scoperto empiricamente che va bene). Il primo impasto è ottenuto invece con 200gr di farina, sale, 4 uova e una bustina di lievito (bustina: unità di misura universale, iso 666).
La scelta dello stampino è fondamentale per la dimensione del minuscolo edificio finale e per l'impatto che questo avrà sul primo morso. Ottimi quelli fatti di carta forno, quelli di alluminio e silicone è meglio imburrarli, se poi hanno una forma  imbarazzante, la citazione è facile.

30 gennaio 2010

La ricotta (che poi è pure un film di Pasolini, se non mi sbaglio)

Torno a casa alle sette e mezzo del mattino e fuori ci sono tre gradi sottozero ed ho solo voglia di andare a letto e dormire tutto quello che posso dormire.
Ma mi accorgo che ho saltato la cena la sera prima; mi era venuta una mezza voglia di farmi la carbonara, mi ero fatta pure spiegare come fare - "niente aglio, niente cipolla, niente olio, e non cuocere l'uovo sennò fai una frittata!" - ma poi non avevo fame e poi è arrivata la telefonata di mia zia e sono dovuta andare: c'era la casa da pulire, i mobili da spostare, gli specchi da togliere; c'erano lacrime da asciugare, persone da abbracciare e un morto da vegliare.
Mi ossessiona il pensiero di mangiare, appena dentro casa, so che non prenderò sonno se non mangio qualcosa. Forse è una sorta di affermazione di vita questo urgente e crescente bisogno di mangiare dopo aver passato tante ore accanto ad un morto, mangio, dunque sono vivo, per ora.
Accendo il forno, metto a bruschettare del pane, accendo il fuoco e la tv, rainews24, senza audio. Cerco in frigo qualcosa da mettere sul pane, decido per la ricotta: pane arrostito, un filo d'olio, un po' di sale e la ricotta, come certe merende a casa di mia nonna, da piccola. Che poi, il morbido della ricotta in contrasto con il croccante del pane mi piace da morire e anche il freddo opposto al caldo.
Seduta accanto al fuoco, alle otto di una fredda domenica mattina, mangio pane e ricotta e penso ai vivi. E ai morti.


22 novembre 2009

'l tumin eletric

Un tempo neanche tanto lontano -ma nelle valli il tempo si è fermato, quindi sicuramente oggi è ancora ieri- in quei posti che da piccola frequentavo quasi ogni famiglia aveva almeno un animale da latte.
Noi no, non avevamo animali.
Il burro si comprava al taglio; per conservarsi sodo durante il giorno stava sotto un filino d'acqua, la notte sul davanzale.
Il latte s'andava a prendere con mastello e sovente il fattore me ne offriva un bicchiere appena munto.
Mi capitò anche di mungere una capretta e di bere al volo dalle tette della vacca.
La cosa più bella per una bambina di città, a quei tempi, era andare alla domenica al mercato di Susa a comprare gli stivaletti di gomma -quelli che ora sono tanto fashion- per poter camminare agevolmente nel bosco col nonno che vedeva i funghi a un chilometro di distanza, mentre la Dora si lanciava dai monti.

Insomma, il fattore. E il latte e il burro e il formaggio.
E 'l tumin eletric.
Il tomino è un formaggio fresco fatto con latte di vacca e di capra non pastorizzato, delicato e morbido.
Troppo delicato e morbido.
E alora 'l piemontèis sai che ci fa?
Lo sistema in un piattino e lo condisce con pepe, peperoncino e fettine d'aglio, lo irrora d'olio del sud (quello ligure, n.d.r.) e così se lo mangia.

Promesso: sarà a tavola domenica prossima.

A proposito, facciamo il punto della situazione?
Quanti saremo? Cosa prepareremo?
Io vorrei preparare un primo piatto, un risotto oppure il grano.
A voi la scelta.

16 novembre 2009

Crema di condimento al formaggio

Se, dopo aver mangiato un'insalata ben condita con olio, sale e aceto balsamico, ti dispiace lasciare tutto quel condimento nel piatto e non hai del pane da inzupparci, ma solo dei crackers che non si inzuppano manco per il cazzo, questa è la ricetta che fa per te!

Ingredienti:
Avanzi di condimento di insalata, e più precisamente: olio, aceto, sale e rimasugli di insalata ed eventualmente anche un po' di quei granellini che ci sono dentro i pomodori;
Crackers;
Parmigiano reggiano grattugiato, o un qualunque altro formaggio grattugiato (per esempio secondo me col pecorino sarà una meraviglia; la prossima volta lo provo).

La prima cosa da fare è levarsi dalla faccia quell'aria afflitta del tipo Tutti-Quei-Bambini-Che-Muoiono-Di-Fame-In-Africa-E-Io-Spreco-Tutto-Questo-Condimento e sostituirla con l'aria di chi ha appena avuto un'idea che non risolverà il problema di Tutti-Quei-Bambini, ma almeno farà sentire la coscienza meno sporca. Quindi si può prendere il parmigiano reggiano (o il qualunque altro formaggio grattugiato; magari il pecorino) e spargerlo sul condimento avanzato. La dose di formaggio dipende dalla quantità del condimento avanzato, ma se proprio dovessi dare una misura, direi che ce ne vuole un bel po'. Bisogna impastare il formaggio con l'olio e tutto il resto (compresi i rimasugli di insalata) usando la forchetta e, se necessario, aggiungere formaggio finché l'impasto non sarà cremoso e abbastanza omogeneo. Una volta raggiunta una densità soddisfacente e raccolto tutto il condimento che altrimenti sarebbe andato sprecato, non resta che spalmare la crema di condimento al formaggio sui crackers, mangiarli e sorridere compiaciuti di aver evitato uno spreco.

26 ottobre 2009

se erano olive venivan da ascoli

Invece era uva. Ed anche se levi i noccioli non ce la fai mica ad imbottirla, allora il misto da polpetta (carni tritate, un uovo, parmigiano, pane strizzato nel latte, prezzemolo, noce moscata) lo metti fuori, poi impani e metti in forno, oppure friggi.
È che se inforni son sicura del risultato, mentre se friggi non so come reagisce il raspo.
Ah, già, se erano olive erano separate, ma era uva, e allora stava in grappolo.
[buona era buona, ma quanto era bella!!!]

21 settembre 2009

Ho sognato una gran vacca alla cannella

Tempi duri per le mucche, da un lato gli ingegneri dei fastfood che vorrebbero trasformarle in un ammassi di carne senza scarti e dal sapore neutro, dall'altra i fanatici della fiorentina che le mangerebbero vive. Io ho fatto un sogno e c'era una mucca che zompettava felice in un bosco di meli, e tutt'intorno non c'era il classico profumo di mucca al pascolo ma, udite udite, di cannella. I sogni andrebbe scritti appena dopo il risveglio per non perderne il ricordo, ma come conservare la sensazione tattile e odorosa? Ma semplicemente facendo un modellino! Mischiando mezzo chilo di carne, un uovo (meglio che non vi dica cosa faceva la gallina nel sogno), una grande manciata di pangrattato, sale, cannella ad abbondanza e una mela tagliata finemente. La scelta delle mele è cruciale: devono essere dolci e morbide, come dissi al mio ex fruttivendolo. Amalgamate tutto, fatene polpette piccole e infornate (nel senso non-freudiano del sogno) a 200° per 15 minuti, girandole a metà cottura.
Le polpette si possono mangiare anche fredde, ma calde non fanno prigionieri. Per rendere il piatto meno asciutto si può preparare un purè di mele, facendone bollire 3 o 4, passandone la polpa allo schiaccia-patate e mischiandola con un poco di succo di limone e due cucchiaiate di panna da cucina. Fate scaldare il blob per qualche minuto mescolandolo e servitelo subito.