1 settembre 2010

micetificio

Quando entro in alcuni boschi accade che io mi senta un po' strano: accarezzo i larici, canto delle stupide canzoncine come dono al bosco, saltello con un equilibrio precario da un sasso all'altro e, a volte, cado rovinosamente al suolo.
Quando entro in alcuni boschi lo faccio per cercare i funghi: preparo il giorno prima lo zaino, mi alzo all'alba e, quasi sempre, dopo un'ora di salita spaccagambe mi pento amaramente d'esser partito: 'oggi niente funghi... ora torno indietro'. Poi, facendomi un po' di coraggio coi miei riti di cui sopra, mangio un lampone, una fragola, vedo uno scoiattolo, una lepre... e anche se non trovo che qualche giallino, sento di essermi riconciliato con un mondo esterno, che è anche un po' interiore.
Lo scorso fine settimana, invece, sono entrato nel bosco e ho iniziato a trovare funghi ovunque: un micetificio.
Tornato a casa, in Brianza, il giorno dopo, ho invitato una coppia di amici con cui avevo una pendenza culinaria. Così, in barba alla tossina porcina, ne ho affettato finissimo uno bello panciuto, ho aggiunto un po' d'olio e. v., due sgranate di pepe, un po' di sale e... gnam... come burro al profumo di nocciola, quasi inebriante.

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