12 febbraio 2010

Un post smielato, ma la ricetta no

Noooo!!
Sono le 20:40 e questi fanno pure le domande!
Dopo una giornata di lavoro, senza poter pranzare, eccomi schierata per la partecipazione volontaria al seminario interno dello studio.
Si odono parolacce: IRES IRE. Ma di che si parla?
Pian piano, dolcemente, le voci sbiadiscono e si perdono in lontananza.....
Brad (Pitt) mi sta guardando intensamente, dio com'è bello! Poi mi bacia e....
"Ci sono domande?"
Spalanco gli occhi (sobbalzando) sulle grisaglie dei colleghi ormai vinti anche loro dalla stanchezza, una luce livida illumina il relatore.
Ma io sono di nuovo altrove. A passeggio per la campagna romana in un tardo pomeriggio estivo. Da lontano vedo le due file parallele dei pini marittimi, che indicano la via al casale con i grandi ombrelli verdi aperti.
Cammino sui ciottoli di fronte all'entrata e Cerino, il cane più brutto e più dolce del mondo, si precipita fuori per accogliermi degnamente.
"Chi c'è? Oh... Carla! Tommaso, Tommà!!" Mia madre chiama mio padre all'interno.
"Ma che sorpresa che sei passata". Mio padre si affaccia ed esclama meravigliato "ma come stai bene!".
I miei si meravigliano sempre del fatto che io sia in vita.
Nella cucina enorme una pentola è sul fornello e nell'aria è sospeso un profumo di basilico screziato di un colore tondo e caldo che ricorda la terra dopo la pioggia, o le foglie di autonno bagnate di prima mattina. C'è anche un'odore di mare, salato.
Mia madre sta lavorando una ricotta bianchissima un un'ampia scodella "Calra, frulli tu le nocciole tostate?" "Certo". metto qualche cucchiaiata di nocciole nel frullatore ed accendo l'aggeggio infernale da cui sale un profumo intenso.
Mia madre spezzetta un mazzetto di basilico fresco nella ricotta e continua il suo lavoro, prende un paio di cucchiai dell'acqua di cottura della pasta e li aggiunge, il profumo del basilico si fa più intenso. L'acqua nella pentola bolle e nella schiuma di superficie qua e là fanno capoccella i sedanini che sono quasi pronti.
"Va bene così?" mostro il trito di nocciole a mia madre. "Si, aggiungile qui" eseguo.
La ricotta è ormai una crema profumatissima. La pasta è pronta. Mio padre ha apparecchiato fuori sul retro sotto il portico, da dove si vedono i campi.
Ci sediamo e papà mi versa del vinello bianco freddissimo e senza nome.
Non saprei immaginare questo tramonto se non accompagnato da questa pasta e da questo vino.
Prosit.

5 commenti:

  1. io ci metterei anche un po' di pepe...

    [ricordiamoci nel manifesto una postilla vegana...]

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  2. Io non bevo alcolici, ma se c'è la cocacola vi raggiungo, tanto domani c'ho un corso pure io.

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  3. ecco, la cocacola a tavola secondo me ha lo stesso spessore offensivo degli spaghetti spezzati, come giustamente dice papoff.

    l'acqua no?

    :)


    questa ricetta è raccontata in maniera così bella e sa così tanto di buono che riuscirebbe a farmi mangiare anche i sedanini

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  4. beh dai sulla cocac* sono disposto a transare. se in tavola c'è pizza o hamburger, ci sta pure la coca.

    pasta e nocciole la voglio provare. mi presti il casale con i pini, per l'occasione? anche il cane e la cucina di mamma, magari.

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  5.  @ Oltranza: sepoffà, è alle porte di Roma e la cucina è immensa.
    :
    @ Light è vero. E pensa che nemmeno io amo i sedanini, possiamo provare con le mezze maniche, non si offende nessuno.

    @ Gatto: la coca cola qui no, proprio non ci sta, ha ragione Light e pure Papo  sul pepe, ma se vuoi un pezzo di pizza te lo troviamo.
    Baci

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