18 novembre 2010

Valpelline Nostalgia

Quando viene questa stagione, che è la mia preferita, la inauguro con alcuni piatti nostalgia.
Io, che nostalgica non lo sono per niente, mi concedo quella vena proustiana che nel cibo trovo piuttosto poetica e non detestabile come negli altri ambiti della vita.
Per chi, invece, ne soffrisse in maniera cronica consiglio il sedicesimo fiore di Bach, Honeysuckle.
La montagna è la Valle d'Aosta e la Valle d'Aosta è la Val di Rhemes e/o la Valpelline. La Val di Rhemes è lo zabaione (ma questa è un'altra storia). La Valpelline è la zuppa valpellinese.Che poi è proprio facile, giuro che se non la si prova non si riesce a immaginare come, delle cose così povere, possano essere a tal punto sublimi. Metto del pane secco - che taglio a fettone - a ricoprire il fondo di una teglia, sopra una dadolata di fontina (io faccio un pò dolce un pò puzzolente - abbondate!), ricopro con uno strato di foglie di una bella verza tenera che ho prima scottato in acqua bollente (questo è importante se no restano dure e rovina tutto) rotte grossolanamente ed infine sopra tanto grana e una bella macinata di pepe.
A parte ho fatto una pentola di brodo e glielo rovescio sopra sino a coprire quasi completamente. In forno per circa 35 minuti. Il brodo si asciuga un poco ma deve restare, quindi a fine cottura taglio a fettazze la parte solida e col mestolo, nelle singole ciotoline, ricopro di brodo.

In confronto a questo le madeleine mi fanno una pippa.

ndr a tutti i cucinieri segnalo  questa cosa

2 commenti:

  1. ora ho capito che fine far fare al pane secco, quanto alle verze qui impazzano le rosse, il problema sarà trovare fontina a queste latitudini...

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  2. LA FACCIO. OGGI.
    CASSIERA

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