17 marzo 2009

Come dare una svolta etnica a sacchetto muffito del frigo

Ti compri la verdura biologica quando hai gli accessi di salutismo. Accessi che finiscono subito dopo aver pagato l'acquisto, come se bastasse tenere la verdura in frigo per essere più sani.
Te ne vai alle fiere del consumo critico per adottare uno stile di vita consapevole, che poi fa a pugni col tuo desiderio di vestiti alla moda e un sacco di altre cose. Ma insomma, ci provi.
Per la premessa al punto uno il risultato è che ti trovavi in casa tre carote che stavano velocemente per prendere la via della spazzatura. Per la premessa al punto due, mentre girovagavi per gli stand sei stata placcata da una delle venditrici di libri di Terre di Mezzo, che ti ha abilmente convinta dell'acquisto di un ulteriore libretto di ricette, di quelli che tu sfogli sempre volentieri e morire se li usi una volta.
Epperò nel libretto la ricetta più facile comprendeva l'uso delle carote e di pochissimo altro, che per miracolo avevi già in casa (nella tua dispensa manca sempre qualcosa). E poi ieri sera eri a casa da sola, perciò hai aperto il libretto, tagliato le carote pulite a rondelle (nel libro diceva di grattugiarle, ma faceva veramente troppo ospedale), le hai condite con il succo di un'arancia, olio, sale, pepe, un cucchiaino di zucchero di canna del commercio equo, una spolverata di cannella e una manciatina di mandorle sbriciolate.
Non ci potevi credere: era pure buona!

2 commenti:

  1. omammamia. senza lo zucchero, magari?

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  2. cinas, giuro che lo pensavo anch'io. invece un cucchiaino solo di zucchero ci sta!

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