1 maggio 2009

Depressione e soliti rimedi.

La tua vecchia amica ti viene a trovare; la riconosci, è stata via un po' e sembra più abbronzata, magari è stata al mare, ma è sempre lei: accompagnata non da una falce bensì dal badile in ghisa, e sotto al cappuccio nero non un teschio ma la faccia di Ercule Poirot dopo una sbronza, perché è la Depressione, mica la Morte, eh?


"Oh, cara, qual buon vento?" -"Sei povero e ammalato" -risponde lei con piglio sicuro.  "...E piove da una vita".


Sai già cosa fare. In cucina, tiri fuori il cacao amaro, ne metti in una tazza una cucchiajata abbondante, di quelle che fanno la piramide di Cheope quando lo tiri fuori dal pacchetto (o meglio, dal sacchetto che è incollato dalla fabbrica sul fondo della scatola, mai capìto il motivo). Altrettanto di zucchero (per un risultato non troppo dolce). Un cucchiajo normale di farina e mescoli come Dio comanda (Ammaniti non c'entra). Un pizzico di sale, mezzo cucchiajo di miele liquido, due gocce di aroma vaniglia. Pian piano aggiungi cucchiaini di latte continuando a mescolare fino a ottenere un composto omogeneo ma il più compatto e solido possibile: è uno sbatti, una faticaccia, ma devi proprio far la giunta un pochino per volta, per un risultato perfetto. Poi apri il frigo e commetti un crimine contro la tua salute: hai presente ciò che ti sta fissando dalla ciotola verde e sbeccata? Sì, quella specie di cioccolata grezza. Afferri la stessa identica quantità di burro. A pezzetti, butti dentro e ricominci a mescolare, mescolare, mescolare finché ha tutto lo stesso identico (umore?) colore, e la stessa (divisa?) consistenza.


Se vi piacciono i Lindòr e non volete sparare a Piero (povero Piero!), alla fine otterrete ciò che meritate.

1 commento: