3 maggio 2010

fave&foglie coast to coast

premessa
il piatto è palindromo (cioè si può leggere da entrambe le parti) per quanto riguarda le quantità di ingredienti  in quanto evolvente (le proporzioni di fave e verdura variano in maniera inversamente proporzionale durante l'impiattamento) e bigusto (dolceamaro).
ma questo per la preparazione è ininfluente.

svolgimento: fave (la parte dolce - miaperfidia)
procuratii un fottio o fotio di fave. ma tante. perchè poi quando le debacelli e le sbucci dalla pellicina (importante, mi raccomando, altrimenti rimane dell'amarognolo) l'armata verde si riduce a un piccolo plotone di legumi ignudi.
plotone che viene spedito con delle scorte d'acqua a fare quattro salti in una padella ancora inebriata da cipolle e aceto balsamico. qui vi rimarrano a lungo, finchè non saranno stracotte e passibili di minipiner. il resto è storia.

svolgimento: foglie (la parte amara - papoff®)
le foglie sono una circa qualsiasi verdura amarognola di quelle che possono essere cotte (cicoria, scarola, costa) nello specifico una scarola raccolta in un campo di fiducia (ci si potrà fidare almeno del papà!).
la verdura va chiaramente lavata bene e poi tagliata a trancetti calibro 35 di 5/6 centimetri.
la mettiamo a bollire in acqua salata per tipo 5 minuti usando un piano cottura professionale con fiamma pilota (!).
a questo punto le foglie sono al dente e le possiamo ripassare in padella con olio, aglio (incamiciato) e peperoncino di qualità.

svolgimento: & (il matrimonio)
per legare due opposti si sa, ci vuole un'amalgamante.
non si sa bene come e perchè si è arrivati alla decisione di utilizzare dei mini crostini cubici saltati in olio e aglio (tritato stavolta) e del formaggio prepotente di qualche valle lombarda.
va bene il formaggio grattuggiabile più arrogante che trovate.

assemblaggio
procuratevi (chi non li ha?) quei contenitori di patatine fritte da saga del fritto di camogli (che ricordiamo avere la più grande padella del mondo).
dipingete uno strato di crema di fave, affrescate con della scarola, impreziosite con qualche crostino e agevolate il formaggio.
servite tiepidamente.

fave&foglie

4 commenti:

  1. ci tengo a dire che secondo me l'aggettivo giusto per il formaggio necessario è ignorante. ho amato molto la citazione del calibro 35.
    per il resto le fave sono un legume antipaticissimo per utilizzo, ma buono assà, confesso che la porzione di motorumorista che occhieggiava vicino a me io me la volevo scofanare

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  2. io ho saputo invece che quel formaggio lì si è preso una laurea di primo livello all'università dell'insubria, quindi così ignorante, come il trota bossi, non deve essere.
    a tal proposito mi candido già da ora a confezionare per la prossima volta un piatto davvero ignorante: la trota in salsa verde leghista.

    (secondo me te la potevi anche scofanare: non se ne sarebbe mai accorta)

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  3. e dire che quando miaperfidia mi ha impedito di mangiarle crude, le fave, ho sofferto assai. perché erano di quelle buone, piccole e dolci che piacciono tanto ai liguri, crude con il pecorino o il salame, o anche solo il sale.
    ma la bontà del risultato cotto mi ha ripagato della sofferenza.

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