25 ottobre 2010

ci pensi tu al dolce?

è che io dolci non ne faccio. cioé faccio lo strudel, ma è per questioni genetiche e di preservazione della memoria (pomposo, ma è così). quindi se mi si dice di pensare al dolce per la cena, al massimo posso comprare i profiterol, o la busta di preparato chimico che poi messo in forno ambisce a farsi chiamare torta.
questa volta però unisco un insuccesso al clima della stagione alla voglia, e a un notevole sforzo di fantasia. non so se una marmellata si possa definire dolce. cioé, è dolce di sicuro, ma è inadatta a chiudere una cena. soprattutto se il menù della cena è ignoto.
l'insuccesso è quello dell'ultima cena (detto così...), che quelle castagne sono state una sofferenza sia a pelarle sia a mangiarle. allora ne prendo un altro baslotto (se non sapete cos'è, fate così con le mani. ecco, quella quantità lì) e lo butto in acqua, questa volta con un pizzico di sale e una spolverata di semi di finocchio. sarà che alla slunga son più fresche che alla sm(inchi)a, ma questa volta si pelano con facilità. la pellicina non passa dal pelapatate, per cui ci siamo. alla fine ecco una specie di purée dolciastro. faccio uno sciroppo con tanto zucchero quanto purée e tanta acqua quanto mi dice l'occhio (direi un paio di bicchieri, ma chissà), faccio bollire con la stecca di vaniglia, poi ci metto insieme le castagne e le cuocio a fuoco lento e girando perché non si attacchino. non sapendo quando son pronte, decido di fermarmi un attimo prima che la marmellata diventi talmente densa da non riuscire a metterla nei vasetti.
tanto lo so che ci resterà molto, molto poco.
ancora non ho la risposta: chissà se la marmellata di castagne è un dolce.

2 commenti:

  1. baslotto. si ma tu c'hai delle mani enormi...

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  2. l'avevi premeditata all'ultima cena questa... basgiotto. da noi è basgiotto.

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