28 gennaio 2008

ragù di bambino

ci sono gesti che si immaginano e acquistano significato già nella mente, senza nemmeno bisogno di farli diventare reali. sono quelli che partono da un momento reale, e ne sarebbero la naturale continuazione, se non ci fossero ancora degli ostacoli da rimuovere. un generico appuntamento in centro che si trasforma in un doppio acquisto in un negozio, una puntata a comprare il latte che si trasforma in sedano-carne-salsiccia-pummarola. la cipolla e la carota? quelli no, li ho già a casa. ma la salsiccia, non sarà pesante per i bambini? no, ci pensa la cottura a sciogliere i grassi e trasformarli in sapore. allora va bene quella con il finocchio dentro, che alleggerisce e rende più digeribile, io lo chiamo effetto tisana. funziona anche con l'alloro. ci sta bene anche un bicchiere di vino rosso: prima fai il soffritto, poi fai saltare la carne e la salsiccia a fuoco vivo, poi ci metti il vino, sempre a fuoco alto in modo che svapori. poi metti il pomodoro e lasci andare per tutto il tempo che hai. i bambini non lo sentono l'alcool, evapora subito. però non è il caso che si scolino la bottiglia mentre cucini, quello no.
sono solo gesti immaginati, visti con la fantasia come in un film di cui si vorrebbe far parte, si sente l'odore, il rumore, i suoni della cucina. la parte migliore del ragù è l'attesa.

2 commenti: