non ho mica mai capito perchè il montarozzo di farina col buco in centro si chiama fontanella. comunque non correre, e prima di occuparti di idraulica, metti l'uva passa in una tazza d'acqua tiepida, se ti va con un po' di rhum che ci sta da dio, e lasciala lì. poi prendi una padella e rosolaci dentro un po' di pane grattato con del burro, non troppo, giusto perché non attacchi e diventi dorato senza fare grumi. cerca di non dimenticarlo nella padella, che si brucia come niente. se hai un'antiaderente è meglio.
in una tazza mischia un uovo, mezza tazzina da caffé d'olio d'oliva (ecco evita quello del frantoio dell'amico, che è troppo forte. ma usa olio buono,almeno che sia extravergine) e un pizzico di sale.
fai la benedetta fontanella (non vedevi l'ora) con tre etti di farina e mettici il mischiotto dentro, comincia a impastare e aggiungi un po' di acqua tiepida continuando a impastare, finché non diventerà una palla omogenea e morbida, se esageri con l'acqua e ti si incolla alle mani, continua a impastare infarinando le mani finché non smette di appiccicare (che fa pure schifo). bella la sensazione dell'impasto, eh? è per questo che si fa la pasta in casa. perché impastare è meglio che toccare le tette.
che fai, ti fermi? continua, che più impasti meglio viene. almeno venti minuti, dai. poi fai una palla e coprila con uno strofinaccio umido, così non si secca.
intanto pela un chilo e mezzo di mele - meglio se renette, che sono dolci e fanno poca acqua. se non le trovi va bene anche altro, ma se sono acquose devi mettere un po' più pangrattato - e tagliale. eh, come. bella domanda. mia nonna ha un affare che le taglia a striscioline, tipo le patatine ma un po' più piccole. lo cerco da anni e non l'ho mai trovato. io faccio a coltello, tu fai come ti pare. evita i dadini, comunque, striscioline è meglio, tipo una julienne un po' larga.
ora infarina la tovaglia pulita che hai sul tavolo, stendi la pasta un po' sulla spianatoia, e poi finisci sulla tovaglia. deve venire un tondo grande, tipo mezzo metro di diametro. più la fai sottile più è buona, se ci metti sotto una pagina del manifesto ci devi leggere attraverso. se non si tira la farina è vecchia. se torna indietro e non resta stesa hai messo troppo olio, in ogni caso son cazzi tuoi.
spargici sopra il pan grattato (fino ai bordi, non è una pizza), poi le mele, l'uvetta strizzata, i pinoli, lo zucchero (assaggia le mele per capire quanto ne serve, se sono aspre tanto, se sono dolci poco), grattaci un po' di scorza di limone, e spargi la cannella a piacere. se vuoi aggiungere un po' di marmellata fai pure, oppure le ciliege ci stanno da dio e le albicocche pure. evita le pere che fanno troppa acqua.
ora solleva un lembo della tovaglia, e magia! lo strudel si arrotola su se stesso.
ungi d'olio la teglia, fatti aiutare da qualcuno a metterci sopra lo strudel a ferro di cavallo, chiudi bene i due culi, che se esce il ripieno son cazzi.
stuorla un uovo, prendi un pennellino e spennella col tuorlo tutta la pasta, così viene bella dorata e tutti fanno -ooooh-. poi ficca in forno, tipo quaranta minuti a duecentoventi gradi dovrebbero bastare. mia nonna dice che infilando un coltello nello strudel, quando è cotto esce pulito. mah. secondo me è una leggenda.
quando è freddo spolveralo con lo zucchero a velo, che ci sta da dio.
in una tazza mischia un uovo, mezza tazzina da caffé d'olio d'oliva (ecco evita quello del frantoio dell'amico, che è troppo forte. ma usa olio buono,almeno che sia extravergine) e un pizzico di sale.
fai la benedetta fontanella (non vedevi l'ora) con tre etti di farina e mettici il mischiotto dentro, comincia a impastare e aggiungi un po' di acqua tiepida continuando a impastare, finché non diventerà una palla omogenea e morbida, se esageri con l'acqua e ti si incolla alle mani, continua a impastare infarinando le mani finché non smette di appiccicare (che fa pure schifo). bella la sensazione dell'impasto, eh? è per questo che si fa la pasta in casa. perché impastare è meglio che toccare le tette.
che fai, ti fermi? continua, che più impasti meglio viene. almeno venti minuti, dai. poi fai una palla e coprila con uno strofinaccio umido, così non si secca.
intanto pela un chilo e mezzo di mele - meglio se renette, che sono dolci e fanno poca acqua. se non le trovi va bene anche altro, ma se sono acquose devi mettere un po' più pangrattato - e tagliale. eh, come. bella domanda. mia nonna ha un affare che le taglia a striscioline, tipo le patatine ma un po' più piccole. lo cerco da anni e non l'ho mai trovato. io faccio a coltello, tu fai come ti pare. evita i dadini, comunque, striscioline è meglio, tipo una julienne un po' larga.
ora infarina la tovaglia pulita che hai sul tavolo, stendi la pasta un po' sulla spianatoia, e poi finisci sulla tovaglia. deve venire un tondo grande, tipo mezzo metro di diametro. più la fai sottile più è buona, se ci metti sotto una pagina del manifesto ci devi leggere attraverso. se non si tira la farina è vecchia. se torna indietro e non resta stesa hai messo troppo olio, in ogni caso son cazzi tuoi.
spargici sopra il pan grattato (fino ai bordi, non è una pizza), poi le mele, l'uvetta strizzata, i pinoli, lo zucchero (assaggia le mele per capire quanto ne serve, se sono aspre tanto, se sono dolci poco), grattaci un po' di scorza di limone, e spargi la cannella a piacere. se vuoi aggiungere un po' di marmellata fai pure, oppure le ciliege ci stanno da dio e le albicocche pure. evita le pere che fanno troppa acqua.
ora solleva un lembo della tovaglia, e magia! lo strudel si arrotola su se stesso.
ungi d'olio la teglia, fatti aiutare da qualcuno a metterci sopra lo strudel a ferro di cavallo, chiudi bene i due culi, che se esce il ripieno son cazzi.
stuorla un uovo, prendi un pennellino e spennella col tuorlo tutta la pasta, così viene bella dorata e tutti fanno -ooooh-. poi ficca in forno, tipo quaranta minuti a duecentoventi gradi dovrebbero bastare. mia nonna dice che infilando un coltello nello strudel, quando è cotto esce pulito. mah. secondo me è una leggenda.
quando è freddo spolveralo con lo zucchero a velo, che ci sta da dio.
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