26 ottobre 2010
multitasking
mentre faccio il risotto penso alle tre categorie facebook in cui nicoletti divide gli umani (tantissimi, tipo sedicimilioni in italia) che si affollano a vario titolo intorno ad uno schermo bianco e blù, solamente tre sono le macrocategorie in cui suddividere gli utenti facebook...preparo gli ingredienti...
allora il risotto è frutto di approssimazioni successive, ulteriormente migliorabili di sicuro, solo che stavolta ho deciso di fare un brodo di carne apposta, al posto del brodo vegetale con cui l'ho fatto fin'ora...
allora le categorie, quelle maschili, sono tre:
l'immenso
il militante
e il provola
metto a bollire il brodo fatto ieri, taglio le cipolle, le sfriggo nell'olio caldo con un pizzico di sale, poi un niente di burro e ci metto il riso a tostare, stà lì che mi guarda, di chilometri ne ha fatti anche se si chiama coop, ma ne vale la pena, cioè è un riso che ha un cognome, carnaroli appunto, che sembra un cognome leghista quasi...il ministro carnaroli...quindi fuoco alto!
allora delle tre categorie facebook comincio col prendere le distanze dalla prima: l'immenso, l'immenso mette foto solo se rigorosamente in bianco e nero e fa citazioni o esprime pensieri altissimi, è immenso appunto, beh quello non sono io, non ho letto tante di quelle cose, che voi umani...
nel frattempo è finita la tostatura, il ministro carnaroli diciamo che soffre il giusto, comincio con il brodo e nel frammentre uso lo stesso per sciogliere le pagliuzze di zafferano...
quanto al militante, si, mi si addirebbe, la parola non mi dispiace nemmeno, ma sono troppo svogliato per esserlo veramente, il militante pubblica (sempre secondo nicoletti) tutto quello che gli capita a tiro contro il potente di turno, compito lodevole e tignoso, a cui a volte do anche una mano, ma non posso pensare di alzarmi ogni giorno pensando a cosa potrei dire contro qualcuno, mi manca la polemica per questo...
verso cinque minuti dalla fine della cottura aggiungo il brodo con lo zafferano sciolto, e poi non aggiungo più niente, evitando l'attaccatura con il semplice (neanche tanto) mescolare.
in questi ultimi minuti penso al provola, e anche lì non ci siamo, il provola usa foto fighe, magari con occhiali scuri, magari con solo particolari ammiccanti del volto o delle mani, anche qui mi manca l'arguzia e la malizia, potrei volendo essere misterioso, ma poi la vita prende la forma di una caccia al tesoro, che non è che mi piaccia molto...
quindi nessuna delle tre, nessuno dei suddetti, verso il risotto, dopo mantecato e liberato del calore in eccesso.
nessuno di loro, mentre affondo la forchetta in questo giallo mi si presenta il pensiero che forse dopo la televisione butterò anche facebook
[nell'aria: teyko - lyle mays]
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Che bello non avere e non aver mai avuto uno spazio facebook.
RispondiEliminaChe buono il risotto giallo.
Se io faccio il risotto e basta, senza pensare e magari ascoltando della musica viene bene uguale ?
RispondiEliminaChe io facebook mica ce l'ho, ma per ottenere dei risotti buoni sono disposta ad aprire un profilo.
s.
se io pensassi a quella roba lì facendo un risotto sicuramente mi verrebbe male. sì sì.
RispondiEliminami piace il risotto mantecato e liberato dal calore in eccesso. affascinante.
RispondiElimina
RispondiEliminaUna mia nonna, che è tecnologica ma non ha facebook, il risotto giallo lo costruiva sfumandolo con un po' di vino rosso (apparentemente improponibile) e con tanto pepe: non ortodosso, ma buonissimo.
L'altra, che non è tecnologica, lo faceva seguendo una ricetta più tradizionale: ortodosso, ma meno buono.
Devianza e innovazione...
che mito di risotto, col brodo vero, santiddio.
RispondiEliminama la salsiccia? il vino rosso? sono della vecchia scuola, quella dei bloggers, lascia stare Nicoletti e la sua erre arrotata.