Da nuova nuova, anzi usata poco, anzi usata il giusto scrivo il mio primo post in questo bel posto.
Capita che sono nervosa. Capita che quando sono nervosa mi ritrovo in cucina. Capita che mi viene voglia di fare il pane.
Perchè non c'è nulla che mi rilassa come fare il pane. Beh, anche altro ma tant'è che si parla di cucina....
Per un kilo di farina, prendo tre cucchiai di ottimo olio extravergine di oliva, un panetto di lievito di birra, tre cucchiai rasi di sale fino, acqua ad occhio e a tasto.
Prima cosa: faccio sciogliere il mio panetto di lievito in acqua tiepida, meglio se frizzantina.
Poi verso la farina, aggiungo sale e olio e acqua alla bisogna.
L'acqua va versata piano, man mano che impasti l'acqua si amalgama alla farina e quella che sembrava troppa prima, magari dopo ti sembra poca. Non stancarti mai di impastare con le mani. Tanto più impasti, meno pensi ai tuoi problemi.
Man mano che l'impasto prende forma, spesso prende forma anche il pensiero giusto, quello che cercavi proprio e che non ti veniva prima.
Quando il tuo impasto ha la consistenza giusta e l'aspetto giusto (elastico, liscio, e che ben si stacca dalle tue mani) accomodi la tua palletta di pasta di pane in un contenitore e, bada bene indispensabile, lo metti a riposare con una bella croce fatta dalle tue manine sopra.
Questo è il segreto tramandato di madre in figlia. Mai capito a cosa servisse, ma mai provato a farla riposare senza averla fatta prima.
Per aiutare il miracolo della lievitazione io accendo intanto il forno e aspetto con pazienza che la palletta diventi una pallona. L'attesa è taumaturgica.
Io inforno il pane in due forme: piccoli panetti tondi con taglio a croce da coltello, che in cottura esplode come un fiore e un pane grande che si conserva per più giorni con un taglio a spiga di grano.
A centottanta gradi per un pò, quasi un'oretta, fino a quando il profumo di pane si espande nella casa e tutto il tuo buonumore passa anche ai presenti e ai vicini di casa che sentono il profumo dalle rampe della scala del condominio.
Et voilà. Dopo mi sento benissimo.
E' come vederti...e sentirsi gia' piu' sereni.
RispondiEliminaCara, il pane, che dire:
RispondiEliminati inviterei a banchetto.