Un buon esordio sarebbe che non ci vuole una scienza, per fare la focaccia. Ma qualche nozione sì, e anche qualche presa di posizione decisa. Per esempio: acqua o latte? Per l'impasto, intendo. I puristi vogliono l'acqua, i golosi il latte (che genera un impasto più morbido). E l'olio? Amaro, dolce, denso, leggero? Comunque sia, ligure (Badalucco) o umbro (Spoleto o Assisi). D'accordo, ci sarebbero il Garda e altre enclaves su cui discurere. Però basta filosofia - olio di gomito, diamine! Asse per la pasta, farina bianca (facciamo quattro etti/mezzo chilo), latte tiepido, poco olio, lievito di birra in granella (se siete masochiste e volete usare il famigerato lievito fresco, fatti vostri. Io non c'entro!), due cucchiaini di zucchero. Impastare, impastare, impastare; e ricavarne un panetto morbido. Ficcarlo in una capace zuppiera (la capacità è indispensabile) e coprirlo (attenzione) NON con un telo (come i più sostengono) ma con un piatto. PERCHE'? Perchè, quando tornerete dopo un'ora a verificare gli avvenimenti, può accadere che (avendo voi scaldato troppo il latte) l'impasto sia "esploso" e dobbiate staccarlo dal piatto - nell'infelice ipotesi che abbiate usato il telo, dovreste buttare sia l'uno che l'altro.
In ogni modo, recuperate la vostra pasta lievitata, reimpastatela con violenza con altri tre-quattro etti di farina, un cucchiaino di sale (MAI aggiungere il sale alla prima lievitazione! Il lievito è un solitario irritabile e la prende malissimo...), latte e olio (sempre poco), e infine stendetela in teglia, tassativamente con le mani (si usano le nocche, piuttosto che i polpastrelli), dal centro verso l'esterno. Sbattete una tazza di acqua e olio insieme, e ungete abbondantemente (ripeto: abbondantemente) la focaccia con la medesima. Riponete indi la teglia in luogo sicuro (io uso il forno - spento, ovviamente...) e scordatevela almeno per 12 ore (24 per i fanatici), durante le quali la focaccia succhierà l'umido/unto del misto di acqua e olio ed insieme, magicamente, lieviterà. Trascorso il tempo indicato, premere la pasta con i polpastrelli onde ricavarne i famosi "buchini stile focaccia", ri-ungere il tutto e salare con sale grosso (il sale fino non sala mai abbastanza...) e aggiungere eventuali coperture da voi auspicate (chessoio: rosmarino, patè di olive, acciughe, capperi, pomodoro...). Far cuocere a 200° per una mezz'oretta: dopodichè visionare, verificare (sarete ben capaci di vedere che colore piglia!), e casomai riungere con il solito misto di acqua e olio. Infine mangiare. Con spirito allegro e la finta approssimazione di chi ha appena compiuto un'impresa di tutto rispetto.
wow. quando avrò il coraggio di accendere il pluricentenario forno a legna al mare, questa sarà la ricetta adatta per provarlo! grazie!
RispondiElimina(mi son permesso di uniformare il font al resto del blog, perdonami...)
Mannò, grazie! Non capivo che diavolo di carattere aveste usato...
RispondiEliminaGrazie vassilissa!!!
RispondiEliminaQuesta ricetta è meravigliosa e non vedo l'ora di provarla!!!
s.
solo a leggere di tutti quegli impastamenti sono già stanca
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