Ecco a voi l'equivalente del test della cadrega: dui puvrun bagnà 'nt l'oli.
Bon.
A Settembre son pronti i peperoni di Carmagnola, un po' più in là quelli della provincia granda.
Ma dui puvrun sono buoni sempre, ma proprio sempre (chiedetelo alla Perfidia: vi dirà che, dopo il caffè e i dolcetti marocchini, ne ha mangiati ancora una quantità industriale fino a finirli).
Dunque si prendono dei bei peperoni, possibilmente quadrati e sicuramente carnosi.
Si mettono in forno a 180° per un periodo di tempo che non so, girandoli ogni tanto perché la parte rivolta verso l'alto cuoce prima; lo scopo è che si stacchi -bruciandosi comunque le dita- la pellicina.
Dopo questo tempo che -appunto- non so, si tolgono dal forno e si adagiano su un piatto, così da farli tramortire ed esalare l'ultimo respiro; quindi ci si arma di pazienza e si spellano, si tagliano a listarelle larghe un dito facendo attenzione a non trasportare i semini.
In una terrina o contenitore equivalente preparate un lettino di peperoni, salate appena e aggiungete filetti di acciughe, fettine sottili di aglio possibilmente fresco e un filo d'olio buono, saporito, possibilmente verde e torbido.
Continuate ad adagiare strati di peperoni e condite come sopra.
Se dovessero avanzare -ma difficilmente avanzano, soprattutto se la Perfidia viene a cena- si potrebbero condire due spaghetti facendoli saltare in tegame dopo una cottura al dente.
Bon.
A Settembre son pronti i peperoni di Carmagnola, un po' più in là quelli della provincia granda.
Ma dui puvrun sono buoni sempre, ma proprio sempre (chiedetelo alla Perfidia: vi dirà che, dopo il caffè e i dolcetti marocchini, ne ha mangiati ancora una quantità industriale fino a finirli).
Dunque si prendono dei bei peperoni, possibilmente quadrati e sicuramente carnosi.
Si mettono in forno a 180° per un periodo di tempo che non so, girandoli ogni tanto perché la parte rivolta verso l'alto cuoce prima; lo scopo è che si stacchi -bruciandosi comunque le dita- la pellicina.
Dopo questo tempo che -appunto- non so, si tolgono dal forno e si adagiano su un piatto, così da farli tramortire ed esalare l'ultimo respiro; quindi ci si arma di pazienza e si spellano, si tagliano a listarelle larghe un dito facendo attenzione a non trasportare i semini.
In una terrina o contenitore equivalente preparate un lettino di peperoni, salate appena e aggiungete filetti di acciughe, fettine sottili di aglio possibilmente fresco e un filo d'olio buono, saporito, possibilmente verde e torbido.
Continuate ad adagiare strati di peperoni e condite come sopra.
Se dovessero avanzare -ma difficilmente avanzano, soprattutto se la Perfidia viene a cena- si potrebbero condire due spaghetti facendoli saltare in tegame dopo una cottura al dente.
ecco, io ne avrei voglia ora di quei peperoni li. Così, invece dellla pausa caffè.
RispondiEliminaAh, io quando li tiro fuori dal forno o dopo che li ho arrostiti sopra la fiamma li metto qualche minuto chiusi in un sacchetto di plastica, la pellicina poi viene via meglio.
s.
ahahahhaahhahahaah.
RispondiEliminadio sono senza fondo io.
il caffè non l'avevo bevuto mi sa.
solo i dolcetti marocchini miele mandorle pistacchi e poi via... mezzo kilo di peperoni prima di dormire
ma rimrranno per sempre una reminiscenza proustiana i peperoni di light per me.
come le madeleine.
ma più miei.
comunque mi sono commossa a ripensarci.
RispondiEliminaa ripensarvi.
a te quella giornata/sera/notte/mattina e ai peperoni.
S. sì sì, la teoria del sacchetto di plastica la conosco.
RispondiEliminaMa io sono nemica acerrima della plastica, quindi non ci metto dentro le mie delizie :)
Quando verrai qui vedrai: dui puvrun non te li leva nessuno!
E tu, nini...sei un pozzo senza fondo bellissima. ecco.
è qualcosa di esaltante.
RispondiEliminadi mistico, direi.
accanto, sopra, sotto, un vino rosso speziato, forte, profumato. ma anche un barbera rustico e grezzo e giovane.
aL POSTO DEL SACCHETTO DI PLASTICA UNQ SEMPLICE BUSTA DI CARTA, QUELLA DEL PANEPER INTENDERCI.
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