sai tipo quando dovevi andare da qualche parte e poi non ci vai per un imprevisto, ti restano due cose, il rammarico e un casino di tempo vuoto. e vanno riempiti entrambi, il rammarico con soddisfazione, e il tempo con cose da fare.
è a questo che penso quando la collega bionda mi dice...qui a roma si trova dell'ottimo baccalà...il collegamento è immediato, prendine un po' per me, che so come farlo.
cipolla bianca, latte, farina, prezzemolo, parmigiano, olio...e tempo, tanto, cinque ore alla fine.
soffriggo cipolla tanta quanto la metà del pesce, alla fine, prima che bruci aggiungo prezzemolo fresco tritato fuori dal fuoco. intingo i pezzi di baccala nel soffritto e così li infarino, metto un po' del soffritto in un coccio e poi i pezzetti bianchi di farina, e poi ancora il soffritto, e poi latte fino a coprire, e olio insieme, e parmigiano, qui comincia tutto.
da adesso quattro ore con un unico obiettivo: non attaccare. peggio, non attaccare senza usare il mestolo, solo muovendo il coccio in modo circolare, ogni tanto, fuoco il meno che hai, passeranno le ore, e le rotazioni della pentola, alla fine il rammarico e il tempo saranno spariti, assorbiti dal tutto.
Quattro ore? Io di solito lascio l'uovo fritto a metà ... (e senza le istruzioni di Jonesco neanche ci riuscirei ;))
RispondiEliminaquattro ore a "pipiare", giusto?
RispondiEliminaun piatto autistico.
RispondiEliminapipiare sì, almeno così diceva mia nonna, con la a lunga alla vicentina...un'autorità nel ricordare vecchie strofe mia nonna....
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