la quinta stagione, quel momento di passaggio dall'estate all'autunno, corrisponde al passaggio di testimone tra la zucchina e la zucca. la zucchina prevalentemente estiva, con i fiori solari, lascia il posto alla meditativa zucca. da uno degli orti della martesana pendono due zucche che attratte dalla forza di gravità hanno raggiunto l'acqua, e la corrente le sta allungando a dismisura. credo che il contadino non se ne sia accorto, sembrano due bisce bianche serpeggianti a pelo d'acqua.
poco più in là un altro contadino si è improvvisato ingegnere dilettante, e ha costruito un piccolo pontile, e al pontile ha attaccato il cestello di una lavatrice. al cestello ha attaccato otto lamiere, curvate a guisa di pale. ogni tanto toglie il freno e il cestello gira, spinto dalla corrente. è lento, rallentato dalle alghe e dal fatto che le lamiere delle pale sono traforate, chissà dove le ha trovate. non ho ancora capito se è un'opera di ingegneria estetica o se ha una funzione, per esempio di sollevare l'acqua per irrigare l'orto.
in ogni caso alla zuccona piacciono le zucche, e a me piacciono le zucchine. è in questa quinta stagione (e nella carenza di disponibilità di scelta del frigorifero) che decido di unirle in matrimonio anomalo alle trofie.
così taglio la zucca a dadini, la faccio saltare in olio insaporito con due spicchi d'aglio e un pomodoro secco tritato, aggiungo acqua e brodo vegetale per farle stufare, poi le schiaccio con una forchetta, per ridurle in una crema, ma non troppo liscia.
le zucchine vogliono un ultimo sussulto di dignità e per rimanere a pezzi le taglio a fette spesse. aggiungo kummel, che non ho ancora capito se è cumino o no, e maggiorana che con le verdure verdi cotte sta sempre bene.
non sarà un pesto, ma quando ci salto dentro le trofie al dente, mi sa di addio all'estate, e preparazione per i freddi a venire.
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