30 maggio 2009

fate cheeeeeesssseeeee...

Allora per prima cosa ringrazio messer Oltranzista per aver accettato la mia richiesta per poter postare qui,devo dirvi una cosa però...magari dopo mi caccerete via ma diciamo che io ehm ehm cof cof ci lavoro in cucina...faccio la cuoca in un ristorante,ma tengo a precisare che mi sento pischella visto che non toccavo utensili di una vera cucina da quasi 10 anni.
Volevo regalarvi la ricetta di una torta che prima di riprendere in mano mestoli e stampini non sapevo fare e cioè la cheesecake...
La base dopo mille tentativi falliti è pura pastafrolla e dunque se non amate mettere le mani in pasta potete benissimo comprare quella già pronta nei supermercati,ma la sensazione di unire gl'ingredienti è davvero sublime sapete? la moglie del mio titolare per esempio odia impastare,sue testuali parole dice "gli fa schifo",mah!
Insomma riprendiamo il filo del discorso,stendete la pasta frolla ricavando un disco tondo con il quale farete solo la base di una tortiera a cerniera o in silicone e pungetela con la forchetta o la coprite con della carta forno piena di fagioli secchi sopra per evitare che il lievito la faccia crescere troppo in forno ventilato,magari o a gas va bene lo stesso a 150° per 20 min.
Intanto che la base si cuoce a parte in una terrina mettete 4 cucchiai di zucchero una confezione media di philadelfia,una media di ricotta e una media di mascarpone con un uovo intere ed un rosso e con un cucchiaio mescolate tutto fino a sciogliere lo zucchero e i grumi dei vari formaggi e nell'attesa mettete in frigo la terrina.
Quando la base è cotta sfornatela e lasciandola nella tortiera la fate raffreddare ed abbassate il forno a 125°,quando la base sè raffreddata versate il composto sopra la base e mettete in forno per 30 min.
Deve asciugarsi non deve avere risacche di liquidi e ogni tanto muovetela per vedere se il composto sè indurito e non è mollo.
Cotta la sfornate e lasciate raffreddare fuori 15 min e poi in frigo un 3 ore poi la togliete dalla tortiera senza romperla e spalmate un vasetto di marmellata su di essa...una qualsiasi,a vostro uso e consumo.

E tadan la cheesecake è pronta.

aeroporti


catania può essere dura,molto dura…specie se l’aereo per andarci ha unoraemmezza di ritardo, esattamente come quello per tornarci indietro a roma. questa alitalia è peggio della precedente, è berlusconiana, e quindi conscia di darti un pessimo servizio e fregantesene un cazzo…

etna in mezzo alle nuvole, al tramonto, ed alla neve…tutto di corsa per colpa dei ritardi…manco il tempo di una granita come si deve…

ma ho un piano, lo elaboro nell’attesa dentro l’aeroporto, si perché lì ci vendono tra le varie robe, anche i pistacchi di bronte, verdi dentro e al naturale, cioè non salati…

arrivo a casa nei pressi del mezzo della notte, metto su l’acqua, verso un po dei pistacchi nel mortaio e comincio a picchiarli per bene, fino a farli diventare tante piccole scaglie di colore verdemelaverde.

li copro d’olio direttamente nel mortaio, aggiungo sale e pepe bianco e mescolo fino a che non diventa una roba omogenea.

la pasta che trovo aperta sono gli spaghettoni de cecco, cottura 13 minuti.

mentre aspetto che si cuociano metto insieme terrazzo, mare, luna, brezza, una birra appena aperta.

al trillo del timer ikea (rosso trasparente oltre che molto impreciso),  scolo, impiatto e ci metto quello che c’è dentro il mortaio, una cremina verde che lo spaghetto come la vede se la fa subito.

15 maggio 2009

Una questione di fegato

Il fegato è una cosa che si impara da piccoli. Una di quelle cose che ti rimangono addosso anche se non pratichi spesso, come nuotare o pedalare. E allora, quando è ora di ricominciare, meglio farlo un passo alla volta.
Per rimettere in forma il palato ci vuole un coniglio (da coppi o no, a seconda della preferenza o provenienza geografica) da lasciare marinare per una notte in aceto e un po' d'acqua.
Ogni pezzo, poi, va stretto a un rametto di rosmarino e arrotolato nella pancetta. Il tutto, così preparato -più il fegato cavato fuori fresco dal frigo-, si fa rosolare in olio, aglio e salvia finchè non sbianca bene la carne. Quindi gli si rovescia sopra una discreta quantità di vino rosso.
A fuoco lento il vino se ne va. Un altro po' lo bevo io aspettando, che male non mi fa.
Il gatto strepita che sta roba la vuole anche lui. Me le mangiassi io le sue scatolette al pesce dell'oceano!
Menre scalcio via la bestia affamata a pedate, rovescio il tutto in una teglia e butto nel forno. Duecento gradi, per un bel po'.
Mi ustiono tre volte per controllare e impreco a San Francesco Caracciolo patrono dei cuochi.
Se necessario, un filo d'olio e ancora un poco di vino, solo per non fare seccare troppo il piumone di pancetta.
Poi servo in tavola.
Agli altri il coniglio, per me solo il fegato.
Che è la fine del mondo (per noi che ci piace mangiare leggero).
Ah, naturalmente la bottiglia di vino è finita ben presto.  

12 maggio 2009

Delle due, l'una...

Non so come succeda, a volte il mio cervello guarda in una direzione e non vede/ si confonde. Mi capitava quando abitavo a Sun-Punk-Ratio: per me il mondo terminava su quel tratto della Via Emilia, e oltre era tutto un limbo bianco, senza tempo/ senza vita. Scrivevo lembi di pensiero, li gettavo rammaricato dalla finestra, sicuro che piombassero nel Nulla;  non mi accorsi che nel frattempo era terminata la costruzione del quartiere, e sotto di me v'era un brulicare d'inquilini, di clienti di bar/ di banche. Una parte di me ne era a conoscenza, come quando la pelle (e solo lei) registra la pioggia che ti si bagna addosso, ma RENDERSI CONTO è una cosa diversa. Le due ricette che quivi propongo, per me sono la medesima: scritte sullo stesso foglio, passatemi dalla stessa tipa, glabre e scarne di dettagli, in attesa di un briciolo di fantasia. Potete cucinare l'una o l'altra, per me è uguale, sono intercambiabili all'interno di un racconto o di una serata tra colleghi.

Sono torte. 300 grammi di farina, 150 di zucchero, 1/2 litro di latte, 1 bustina di lievito, 75 grammi di cacao. E questa è la base. Poi ci metti su 250 grammi di mascarpone + nutella q.b. ,che mica so quant'è, dipende quanto la vuoi scura. In forno a 180° per 20 minuti. Nemmeno ho capìto se la farcitura va cotta con tutto il resto o se la aggiungi dopo.

Oppure. Per la base 3 uova, 10 cucchiaj di farina, 6 di zucchero, 4 di olio, 1 tazzina di latte, 1/2 bustina di lievito.  Monti i chiari, poi aggiungi lo zucchero, poi i rossi già montati con olio e latte. In forno a 180° per 20 minuti. La bagni con succo d'ananas. La farcitura è 200 ml di panna mescolati con 125 grammi di philadelphia e marmellata ai frutti di bosco.

8 maggio 2009

La bistecchiera elettrica

È perfetta anche per le patate, se tagliate finifini.

Lo so che eravate in pensiero..

7 maggio 2009

sono a dieta

Mica che voglio dimagrire, è che ogni tanto il mio corpicino si ribella al mio stile (?) di vita, quindi le mani, in piena autonomia, sloggiano dal frigorifero alcool e schifezze per far posto a sanissimi alimenti.
Freschi, lo sanno - loro, che così mi obbligano a cucinare perchè fare andare a male i cibi mi infastidisce assai.
E stasera toccava al cavolfiore, lì in tutta la sua rotondità. Gigante. E la sola idea di mangiare tutta quella enormità in insalata mi faceva rabbrividire: vabbè sano però..
Quindi l'ho lessato a vapore e poi l'ho spantegato con una forchetta. Ci ho mischiato ricotta, parmigiano e un uovo e poi, senti bene, pan grattato fino a che la pappetta non sapeva anche di pane. Sale, pepe, noce moscata.
Poi ho preso lo stampo da plumcake, unto e cosparso di pangrattato, ho fatto uno strato con metà della pappadicavolo ed uno di erbette avanzate dalla sanissima cena di ieri ed ho coperto il tutto con l'altra mezza dose di cavoloinpappa. Forno - i soliti 180 gradi - per una mezzora et voila, ecco pronto un boh di cavolo e erbette.
Buono, ma gigante. La prossima ricetta potrebbe essere vellutata di boh (chissà come regisce un boh al brodo).

4 maggio 2009

antisionista non significa antisemita

Kosher (casher o come lo si voglia scrivere) in ebraico significa adatto e si usa comunemente per indicare il cibo che può essere mangiato da chi osserva la religione ebraica. Le regole che indicano cosa è kosher e cosa no sono complicatissime e oltretutto variano anche da comunità a comunità.
Comunque un piatto di spinaci saltati in padella con olio è sicuramente kosher. Lo è anche se sono saltati con cipolle, uvetta e pinoli, solo che è più buono.
Attenzione: quelli che sembravano una gigantesca quantità di spinaci dopo lavati (e sicuramente mentre li lavavo, accipicchia che seccatura) si riveleranno un misero pugnetto a cottura avvenuta.

1 maggio 2009

Depressione e soliti rimedi.

La tua vecchia amica ti viene a trovare; la riconosci, è stata via un po' e sembra più abbronzata, magari è stata al mare, ma è sempre lei: accompagnata non da una falce bensì dal badile in ghisa, e sotto al cappuccio nero non un teschio ma la faccia di Ercule Poirot dopo una sbronza, perché è la Depressione, mica la Morte, eh?


"Oh, cara, qual buon vento?" -"Sei povero e ammalato" -risponde lei con piglio sicuro.  "...E piove da una vita".


Sai già cosa fare. In cucina, tiri fuori il cacao amaro, ne metti in una tazza una cucchiajata abbondante, di quelle che fanno la piramide di Cheope quando lo tiri fuori dal pacchetto (o meglio, dal sacchetto che è incollato dalla fabbrica sul fondo della scatola, mai capìto il motivo). Altrettanto di zucchero (per un risultato non troppo dolce). Un cucchiajo normale di farina e mescoli come Dio comanda (Ammaniti non c'entra). Un pizzico di sale, mezzo cucchiajo di miele liquido, due gocce di aroma vaniglia. Pian piano aggiungi cucchiaini di latte continuando a mescolare fino a ottenere un composto omogeneo ma il più compatto e solido possibile: è uno sbatti, una faticaccia, ma devi proprio far la giunta un pochino per volta, per un risultato perfetto. Poi apri il frigo e commetti un crimine contro la tua salute: hai presente ciò che ti sta fissando dalla ciotola verde e sbeccata? Sì, quella specie di cioccolata grezza. Afferri la stessa identica quantità di burro. A pezzetti, butti dentro e ricominci a mescolare, mescolare, mescolare finché ha tutto lo stesso identico (umore?) colore, e la stessa (divisa?) consistenza.


Se vi piacciono i Lindòr e non volete sparare a Piero (povero Piero!), alla fine otterrete ciò che meritate.