Avevo dei funghi da consumare, erano in frigo da una settimana e iniziavano a fare la muffa. Ridicolo che delle muffe facciano la muffa, ma tant'è. Non lo sapevo: li compro di rado, i funghi, e li ho sempre mangiati subito dopo l'acquisto. Li ho fatti vedere al mio coinquilino che invece ne mangia spesso, e ha detto che erano ancora buoni.
Avevo, poi, anche delle patate dolci americane. Queste mi avevano sempre incuriosito, soprattutto per la forma allungata, con due punte appuntite, ma non le avevo mai comprate prima d'ora perché sono un po' più costose delle patate di Crevalcore (per dire) e mi sono sempre detto: sempre patate sono, non ne vale la pena. Stavolta invece ho deciso di provare. Patate dolci americane. Fico.
Le ho lavate (erano confezionate col polistirolo e la plastica, ma erano ancora sporche di terra: terra americana!) e le ho messe a bollire in una pentola. Lavati anche i funghi, li ho messi a soffriggere con aglio e prezzemolo in una padella. Sul coperchio della padella la mia coinquilina ci ha scongelato un pezzo di focaccia (abbiamo una cucina piccola, in quattro a pranzo capita anche di cucinare a castello).
Le patate mezze bollite le ho scolate e fatte a pezzi e assaggiate coi coinquilini altrettanto curiosi. Tutti convenivano che fossero dolci, effettivamente. Avevano un sapore strano, come qualcosa di dolce, dolciastro, forse anche zuccherato. Sono volati nomi di tuberi che non avevo mai sentito: la mia coinquilina healthy e vegetariana ne sa tanti. Fatto sta che ho buttato ste patate dolci americane mezze bollite nella padella coi funghi a finirle di cuocere nel soffritto. Poi ci ho dovuto mettere dell'acqua perché si stava bruciando tutto, soprattutto il prezzemolo, e assaggiando assaggiando, per vedere il grado di cottura, ho capito di cosa sanno le patate dolci americane: castagne.
Alla fine il pranzo non era per niente buono, troppo dolciastro, troppo viscido. Sarebbe stato perfetto con due salsicce di maiale, forse.
Una cosa è certa: le quattro patate dolci americane che mi restano voglio farle come si deve a qualunque costo. Mi abbasserò anche a cercare ricette su Google, se dovesse essere necessario. Ma se qualcuno qui in forno a sinistra ha qualche dritta sarei molto più contento.
27 settembre 2011
19 settembre 2011
Dei colori in bocca
Io non ho mai capito perchè alla gente gli fanno schifo le barbabietole,
per me sono una delle cose più buone e belle dell'Universo.
Sia cotte che crude sanno di terra e minerali.
Io ieri l'ho tagliata a tocchi, e mescolata a mezzo spicchio di aglio affettato sottile sottile, un cucchiaio di tahin e uno di umoboshi, olio evo e pochissimo sale.
E poi forse non tutti sanno che dopo, volendo, si può piangere rosa.
4 settembre 2011
zuccona, zucca e zucchina
la quinta stagione, quel momento di passaggio dall'estate all'autunno, corrisponde al passaggio di testimone tra la zucchina e la zucca. la zucchina prevalentemente estiva, con i fiori solari, lascia il posto alla meditativa zucca. da uno degli orti della martesana pendono due zucche che attratte dalla forza di gravità hanno raggiunto l'acqua, e la corrente le sta allungando a dismisura. credo che il contadino non se ne sia accorto, sembrano due bisce bianche serpeggianti a pelo d'acqua.
poco più in là un altro contadino si è improvvisato ingegnere dilettante, e ha costruito un piccolo pontile, e al pontile ha attaccato il cestello di una lavatrice. al cestello ha attaccato otto lamiere, curvate a guisa di pale. ogni tanto toglie il freno e il cestello gira, spinto dalla corrente. è lento, rallentato dalle alghe e dal fatto che le lamiere delle pale sono traforate, chissà dove le ha trovate. non ho ancora capito se è un'opera di ingegneria estetica o se ha una funzione, per esempio di sollevare l'acqua per irrigare l'orto.
in ogni caso alla zuccona piacciono le zucche, e a me piacciono le zucchine. è in questa quinta stagione (e nella carenza di disponibilità di scelta del frigorifero) che decido di unirle in matrimonio anomalo alle trofie.
così taglio la zucca a dadini, la faccio saltare in olio insaporito con due spicchi d'aglio e un pomodoro secco tritato, aggiungo acqua e brodo vegetale per farle stufare, poi le schiaccio con una forchetta, per ridurle in una crema, ma non troppo liscia.
le zucchine vogliono un ultimo sussulto di dignità e per rimanere a pezzi le taglio a fette spesse. aggiungo kummel, che non ho ancora capito se è cumino o no, e maggiorana che con le verdure verdi cotte sta sempre bene.
non sarà un pesto, ma quando ci salto dentro le trofie al dente, mi sa di addio all'estate, e preparazione per i freddi a venire.
poco più in là un altro contadino si è improvvisato ingegnere dilettante, e ha costruito un piccolo pontile, e al pontile ha attaccato il cestello di una lavatrice. al cestello ha attaccato otto lamiere, curvate a guisa di pale. ogni tanto toglie il freno e il cestello gira, spinto dalla corrente. è lento, rallentato dalle alghe e dal fatto che le lamiere delle pale sono traforate, chissà dove le ha trovate. non ho ancora capito se è un'opera di ingegneria estetica o se ha una funzione, per esempio di sollevare l'acqua per irrigare l'orto.
in ogni caso alla zuccona piacciono le zucche, e a me piacciono le zucchine. è in questa quinta stagione (e nella carenza di disponibilità di scelta del frigorifero) che decido di unirle in matrimonio anomalo alle trofie.
così taglio la zucca a dadini, la faccio saltare in olio insaporito con due spicchi d'aglio e un pomodoro secco tritato, aggiungo acqua e brodo vegetale per farle stufare, poi le schiaccio con una forchetta, per ridurle in una crema, ma non troppo liscia.
le zucchine vogliono un ultimo sussulto di dignità e per rimanere a pezzi le taglio a fette spesse. aggiungo kummel, che non ho ancora capito se è cumino o no, e maggiorana che con le verdure verdi cotte sta sempre bene.
non sarà un pesto, ma quando ci salto dentro le trofie al dente, mi sa di addio all'estate, e preparazione per i freddi a venire.
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