29 dicembre 2011

Capitolo 1: Pippi si trasferisce a Villa Villacolle

Cominciamo dal fondo....o forse è l’inizio chi lo sa.... comunque cominciamo da un trasloco.... In tempi di “traslochi reali e virtuali” Pippi si è trasferita a Villa Villacolle.
Forse tutto quanto è cominciato pochi mesi fa con una cena, o forse da una deriva urbana, o forse ancora da un regalo, sì, credo sia il regalo. Quel regalo che tuttosommato non era altro che una semplice prova malriuscita, il prototipo, il numero 0, il manoscritto che fai leggere vergognandoti anche un po’ della tua fragilità ad un Amico che non è un amico ma ancora non lo sa. Forse una dichiarazione. Ma forse tutto ha semplicemente inizio da una strana alchimia, da quel curioso e inaspettato mix di ingredienti, vergine e ingenuo che ha il sapore della magia.
Eh sì, perchè una mattina Pippi ha deciso di dedicarsi alla preparazione dei biscotti e avendo fatto un’incredibile quantità di pasta l’ha spianata sul pavimento. Perchè dovete capire che un tavolo proprio non basta se si devono impastare almeno 500 biscotti a forma di cuore! Ma ancora non sapeva cosa stava facendo.
Ed ecco che ad un tratto lo Studio dove ho dormito, abitato, sostato precaria, senza radici, in punta di piedi per mesi, si è trasformato in un contenitore di sogni, un’officina dove produrre biscotti. E così me ne sono stata lì a pancia in giù sul pavimento ritagliando cuori di pasta con infinita concentrazione. I biscotti son diventati 522, perchè per farci stare un intero libro di avventure, la Saltamatta, l’Isola Cip Cip, l’albero delle gazzose, tutti i miei sogni, tanti così ce ne volevano e non dei semplici pasticcini ma veri e propri biscottoni al profumo di cannella. Ma in realtà quei 38,374 Kg di sogni contengono molto di più.
Oltre a farina, cremor tartaro, un pizzico di sale, cannella, e malto e olio di girasole miscelati a parte...contengono le parole di un poeta, una passeggiata in un parco, il profumo dei fiori del timo, il profumo del mare. Contengono il sapore dolce del guardare il Signor Nilsson dormire, il sapore di quando tutto è nuovo, fragile, una scoperta. Contengono il peso di una macchina da scrivere appoggiata sul petto, il colore dell’inchiostro, i sogni delle spezie e dell’India, il sapore del viaggio appena cominciato; contengono un pizzico di perfidia e una lacrima di nostalgia. Quei 522 biscotti a forma di cuore hanno riempito il pavimento, le pareti, tutto lo spazio disponibile del mio studio-casa-culla-cuccia-tana, e di profumi la mia intera vita. Ma quel numero 0 è del Signor Nilsson, in una scatola dentro la libreria, nascosta dietro le ali di una falena che si è posata per un istante o chissà per quanto, nella sua nuova Villa Villacolle: la casa dal giardino dove sbocciano i tulipani, le rose e dove cresce l’albero cavo delle gazzose. E Pippi a Villa Villacolle è a casa.

28 dicembre 2011

Cacuocciule Arrustute

Era da un po' che non mettevo piede qui, mea culpa, mia santissima colpa, ma spero di rifarmi, ringrazio oltra per avermi riinvitato qui con voi cuochessi.
Prendete 6 carciofi con le spine, occhio rigorosamente con le spine, le mamme lasciatele stare non fanno per noi gente delle isole.
Tagliate il cardo fino al carciofo e buttatelo oppure fatene un uso a voi congeniale, non sono maliziosa promesso :D, tagliate circa due centimetri di punte, togliendo così buona parte della parte spinosa delle foglie, mettete i carciofi man mano che si fanno in acqua con spremuto mezzo limone e il limone dentro.
Procuratevi sei spicchi d'aglio, sale&pepe q.b, olio e un bicchiere colmo d'acqua.
Dopo aver mondato i carciofi prendeteli uno ad uno e sbatteteli per aprirli su di un asse di legno, ovviamente non li dovete rompere ma solo aprirlo leggermente per mettere lo spicchio d'aglio sale e pepe e un goccio d'olio.
Disponeteli in una casseruola e versate all'interno il bicchiere d'acqua.
Mettere in forno a 160° per 50min, se l'acqua s'asciugasse aggiungetene fino a cottuta ultimata.
Servitele calde e ovviamente buon appetito.

ps : mi presento...la vecchia morfea;)

27 dicembre 2011

avrò avanzato un bollito

per una volta la cena degli avanzi anticipa il natale. è il caso di un bollito che, giocoforza, anticipa i cappelletti in brodo. che si fa di un bollito in futuro anteriore? una pre-cena degli avanzi. cioé il bollito avanza, ma il brodo è ancora da usare.
il bollito è una roba strana. io che son ligure non ci sono abituato, lo evito da quando mia madre mi preparava la lingua bollita. come puoi dare a un bambino una roba così, dico io? allora insomma sono arrivato agli -anta senza aver mai fatto un bollito. né un brodo, ovvio. gallina, biancostato, cappello del prete: nomi che mi sono ignoti. è tutto nuovo.
comunque, la roba strana è che non lo trovi nei libri di ricette. gualtiero lo dà talmente per scontato da metterlo direttamente tra gli ingredienti. allora chiedo in giro e decido di mettere la carne nell'acqua bollente, un pezzo per volta per non far scendere il bollore. così la superficie cuoce di botto e tiene dentro più succhi. però lo faccio cuocere più a lungo, lascio che la carne superi il punto di cottura giusto, che lasci più sapore all'acqua. un po' di brodo lo tiro da parte e ci lesso le patate. poi quel brodo andrà nel risotto, ad unire amido ad amido.
con il brodo di carne tutto cambia: le patate hanno un sapore grasso, comodo, scorrono sulla lingua come lubrificate, hanno qualcosa di erotico. il risotto alla milanese trova una dimensione a me ignota, antica e povera, esalta lo zafferano con una consistenza cremosa e un sapore delicato e deciso insieme. anche la mia prima salsa verde gioisce della sua scoperta. la cena degli avanzi diventa la cena delle prime volte.

e ora, come farò a tornare al dado?

16 dicembre 2011

risotto ai due neri


un risotto a volte nasce da un sorriso scambiato nel dire, potremmo cenare da me, ed è già lì che si materializza, e continua a predisporsi nel viaggio verso il venditore di pesce e poi la casa.


sarà un risotto nero, la seppia viene sezionata e la boccetta organica contenente il liquido si espande lentamente nell'acqua calda...mentre si raffredda il vino nel frigo...tosto il riso nell'olio e aglio (senza burro, rischia di più l'attaccamento, ma burro e seppia non si può neanche sentir dire) poi vino dal bicchiere e quindi nero di seppia, e li mi accorgo che i neri sono due, il secondo è il profumo che aleggia, fatto di eucaliptolo, sandalo, muschio, patchouli, palissandro, nota animale...il nero, e tutto si complica, o si semplifica, perché mentre la tua mano gira in senso orario, altre mani ti entrano nella camicia sbottonando, mentre schizzi neri di seppia finiscono in giro, appunto.


e così i due neri si fondono, e si scambiano, ora anche i pezzi di seppia con la loro strana rigidità finiscono ad ammorbidirsi nel nero che gira...


niente mantecatura, solo lasciar andare il calore iniziale, e lasciarlo stemperare qualche minuto... giusto il tempo di arrivare alla bocca.

1 dicembre 2011

un anno senza jam session


e si sente. bisogna intervenire, e non lasciar finire questo 2011 senza aver cucinato insieme almeno una volta.
l'ultima possibilità è il trentuno dicembre.
solite regole: partecipa solo chi ha postato almeno una ricetta; essendo capodanno ogni cuoco può portare un ospite, che ovviamente può cucinare (o iscriversi e postare, e invitare a sua volta - le regole sono fatte per essere aggirate, basta essere furbi)
il luogo potrebbe essere quello abituale, ma anche no. vedremo.
io mi sono portato un po' di ricette dall'india, tra cui scegliere.

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