il contest di cucina è andato com'è andato, ho pareggiato contro gli sformatini porri e patate, ma ho dovuto soccombere (non mi viene il participio passato, ma esiste?) agli gnocchetti alle vongole e poi alla pizza fatta a mano...
però mi son difeso, così:
trito abbastanza fino del radicchio rosso di treviso, e lo faccio cuocere con dello scalogno per dirca quindici minuti, poi lo sfumo con un cucchiaio di aceto balsamico, e poi ancora con un bicchiere di fiano, sale e pepe e poi lascio raffreddare, che a questo punto la cosa potrebbe fermarsi qui e condire degli spaghetti...
invece mi adopero di mettere insieme ricotta di pecora, un uovo fresco, e parmigiano grattato, poi ci metto il radicchio insieme a del pangrattato e a della noce moscata.
metto nelle formine imburrate e in forno per venti minuti a centottanta gradi, e poi in forno spento per altri cinque minuti, tempo utile per preparare una salsa di stracchino (nonnonanni) fatta scaldare a fuoco bassissimo con panna liquida e un cucchiaio di maizena diluita con latte alla fine.
tiro fuori gli sformatini, li ricopro di salsa calda nel piatto e ci gratto intorno altra noce moscata.
grazie roberto per avermi mandato questo provvidenziale procedimento, purtroppo è servito solamente a segnare il goal della bandiera...
31 dicembre 2008
29 dicembre 2008
Riso sublime con gli avanzi
E' passato Natale, per fortuna? Se n'è andato lasciando dietro di sé resti di cesti alimentari natalizi? E' magari domenica e tu pigroneggi sul letto a sfogliare riviste di cucina mentre il moroso o chi ne fa le veci è andato a fare un giro?
E allora, chiudi le riviste e mentre lo aspetti metti a bollire del riso, facciamo un etto a bocca, in abbondante acqua salata. Intanto che è lì che bolle, taglia un po' di cipolla, di scalogno o quel che l'è, un pezzetto di pancetta, o di salamino o di lardo o salsiccia, insomma, un qualche salume avanzato dal cesto natalizio. Soffriggi un po', poi aggiungi una pera a cubetti, anche quella era nel cesto, sicuro, magari chi te l'ha regalato ti ha pure detto: "Le pere è meglio se le mangi subito che sono molto mature". Un pizzico di rosmarino, pochi minuti di soffrittura e aggiungi il riso bollito e scolato. Rimesta per uno, rimesta per due, rimesta per tre, spegni il fuoco, travasa in una pirofila cospargi di parmigiano, di tocchetti di gorgonzola che vediamo un po' se indovini da dove viene. Ma no, non da Gorgonzola: dal cesto natalizio!
In forno per un quarto d'ora a duecento gradi e vedrai che quando il moroso tornerà a casa la prima cosa che dirà è: "Che buon profumo!" e non smetterà di farti i complimenti per tutta la giornata.
E allora, chiudi le riviste e mentre lo aspetti metti a bollire del riso, facciamo un etto a bocca, in abbondante acqua salata. Intanto che è lì che bolle, taglia un po' di cipolla, di scalogno o quel che l'è, un pezzetto di pancetta, o di salamino o di lardo o salsiccia, insomma, un qualche salume avanzato dal cesto natalizio. Soffriggi un po', poi aggiungi una pera a cubetti, anche quella era nel cesto, sicuro, magari chi te l'ha regalato ti ha pure detto: "Le pere è meglio se le mangi subito che sono molto mature". Un pizzico di rosmarino, pochi minuti di soffrittura e aggiungi il riso bollito e scolato. Rimesta per uno, rimesta per due, rimesta per tre, spegni il fuoco, travasa in una pirofila cospargi di parmigiano, di tocchetti di gorgonzola che vediamo un po' se indovini da dove viene. Ma no, non da Gorgonzola: dal cesto natalizio!
In forno per un quarto d'ora a duecento gradi e vedrai che quando il moroso tornerà a casa la prima cosa che dirà è: "Che buon profumo!" e non smetterà di farti i complimenti per tutta la giornata.
28 dicembre 2008
che fai nelle prossime 12 ore?
(sottotitolo, se fossi un pollo, marinerei).
il pollo è una carne scema, probabilmente perchè esso pollo è scemo anche da vivo. il pollo deve quindi essere istruito, condito, sughettato.
Prendi un pollo, solo il petto, e taglialo a dadini.
Prendi un pezzettino di zenzero, grattuggialo per bene, uniscilo a del vino bianco (il resto vuoi non berlo nelle 12 ore seguenti? ecco, appunto) e al succo di limone.
Tuffaci l'animale scemo e lascialo in frigorifero, coperto dalla pellicola, per 12 ore almeno, così sei certo che farà amicizia con la marinata.
Quando il pollo-scemo è ben marinato, estrailo dal sughettino (che oramai sarà sfinito, 12 ore con un pollo!) e passalo nel pan grattato.
A questo punto il pollo scemo finirà la sua gloriosa vita in un forno ben caldo (180-200 gradi) fino a completa cottura, che varia da forno a forno. diciamo 25-30 minuti.
Se vuoi la versione porca, passa il pollo prima nell'uovo sbattuto, poi nel pane grattato e poi friggilo in olio ben caldo.
Io preferisco quella al forno (ma si sa, a me non piacciono i fritti)
il pollo è una carne scema, probabilmente perchè esso pollo è scemo anche da vivo. il pollo deve quindi essere istruito, condito, sughettato.
Prendi un pollo, solo il petto, e taglialo a dadini.
Prendi un pezzettino di zenzero, grattuggialo per bene, uniscilo a del vino bianco (il resto vuoi non berlo nelle 12 ore seguenti? ecco, appunto) e al succo di limone.
Tuffaci l'animale scemo e lascialo in frigorifero, coperto dalla pellicola, per 12 ore almeno, così sei certo che farà amicizia con la marinata.
Quando il pollo-scemo è ben marinato, estrailo dal sughettino (che oramai sarà sfinito, 12 ore con un pollo!) e passalo nel pan grattato.
A questo punto il pollo scemo finirà la sua gloriosa vita in un forno ben caldo (180-200 gradi) fino a completa cottura, che varia da forno a forno. diciamo 25-30 minuti.
Se vuoi la versione porca, passa il pollo prima nell'uovo sbattuto, poi nel pane grattato e poi friggilo in olio ben caldo.
Io preferisco quella al forno (ma si sa, a me non piacciono i fritti)
il passato della tì
Vengo da famiglia contadina, io. La fine della scuola segnava il tempo di andare in campagna dai nonni, tre mesi a giocare con i cani e con le capre, tentare il salvataggio dei conigli dalla cucina e mostrare evidente indifferenza per le galline dal collo torto.
E rubare le primizie dall'orto, tanto i nonni anche se contadini eran nonni e la nipote può strafogarsi i pisellini appena nati, amore dei nonni.
Vengo da famiglia contadina, io. Di quelle che il cibo costa la fatica di essere allevato e coltivato e se ti insegnano il rispetto non te lo scrolli più.
E dunque se per caso perdo il tempo e le verdure fresche si ammosciano, eccole finire nel congelatore insieme ai gambi di carciofo e ai torsoli di cavolfiore.
Le bucce no, alle bucce non ci ho pensato mai fino ad ora [pag.9] ma credo che potrei inizare a conservarle.
Comunque quando il freezer trabocca di scarti è il momento del passato della tì: tutto in pentola a lessare insieme al dado e poi nel frullatore perchè il minipimer non ce l'ho [ma come faccio?!?!?].
Ovviamente non è mai uguale il passato della tì.
Vengo da famiglia operaia, io. O dalla media borghesia. Una volta son stata persino principessa. Dipende dalla spesa.
E rubare le primizie dall'orto, tanto i nonni anche se contadini eran nonni e la nipote può strafogarsi i pisellini appena nati, amore dei nonni.
Vengo da famiglia contadina, io. Di quelle che il cibo costa la fatica di essere allevato e coltivato e se ti insegnano il rispetto non te lo scrolli più.
E dunque se per caso perdo il tempo e le verdure fresche si ammosciano, eccole finire nel congelatore insieme ai gambi di carciofo e ai torsoli di cavolfiore.
Le bucce no, alle bucce non ci ho pensato mai fino ad ora [pag.9] ma credo che potrei inizare a conservarle.
Comunque quando il freezer trabocca di scarti è il momento del passato della tì: tutto in pentola a lessare insieme al dado e poi nel frullatore perchè il minipimer non ce l'ho [ma come faccio?!?!?].
Ovviamente non è mai uguale il passato della tì.
Vengo da famiglia operaia, io. O dalla media borghesia. Una volta son stata persino principessa. Dipende dalla spesa.
27 dicembre 2008
nel girare per campi in cerca di legna da bruciare, mi imbatto in uno strano personaggio che vende tra il resto verze e salsicce coltivate e fatte da lui, collego e i due ingredienti sono lamortesua per le verse sofegae, giusto nel cuore della cucina povera del veneto, con un battuto d'aglio e lardo (che non ce l'ho, uso il guanciale) faccio un breve soffritto, che poco dopo inondo di verze rosse tagliate fine, sbuccio una delle salsicce e la metto lì in mezzo, poi basta, e per due ore non accade niente altro che qualche mescolata, che son malefiche, e che tendono ad attaccare.
sofegae è perchè devono morire lentamente, soffocate, il fuoco va bassissimo...
sofegae è perchè devono morire lentamente, soffocate, il fuoco va bassissimo...
26 dicembre 2008
stelle filanti di natale
il modo migliore per non deprimersi a natale, andando a fare le foto ai barboni, è che ci sia un'amica che non vuole deprimersi a natale. una persona con cui si sta bene cazzeggiando, con cui andare a prendersi in giro davanti ai quadri di magritte, spintonando nella folla delle bancarelle in centro, passando il tempo a cucinare e chiacchierare.
la farina si mette a fontanella, che poi è il montarozzo col buco in mezzo. nessuno mi ha mai spiegato perchè si chiama così. la ricetta dice tre etti e mezzo per quattro, io faccio due etti per due, e ce ne avanza pure. le uova però rimangono due, che più sono meglio è. pizzico di sale, e si impasta con la forchetta, che le uova crude fanno un po' schifo tra le dita. con l'acqua tiepida si allunga finchè non diventa soda ma malleabile. impastare la pasta è uno dei piaceri della vita. la pasta dello strudel ha la consistenza delle tette, quella delle tagliatelle ha la consistenza del culo sodo. sì, impastare è decisamente erotico. il trucco è infarinare bene il piano di lavoro (di legno, ovvio), e le mani. poi per tirare la pasta la si divide in due con un coltello, e si tira una metà per volta. anche il mattarello deve essere infarinato a dovere, altrimenti si appiccica tutto ed è un disastro.
quando la pasta è sottile, tipo che si capisce che più di così non ce la sifa, la si infarina ancora un po' e si arrotola stretta stretta, e poi si taglia il rotolo col coltello. occhio che i tagli siano esattamente trasversali, altrimenti le tagliatelle vengono a zig zag. poi si fanno le stelle filanti, srotolando i rotolini su una tovaglia, per farli asciugare (no, se le metti stese una sull'altra diventano un tappetino e non riesci più a cuocerle). tipo che più asciugano meglio è, sarebbe bene almeno un paio d'ore.
per bollirle basta poco, ma dipende dall'asciugatura e dallo spessore, quindi vanno assaggiate. è fondamentale mettere un po' d'olio nell'acqua, altrimenti si appiccicano tutte. ovviamente la cottura deve finire in padella, a saltare col sugo. a me piacciono con i funghi.
la farina si mette a fontanella, che poi è il montarozzo col buco in mezzo. nessuno mi ha mai spiegato perchè si chiama così. la ricetta dice tre etti e mezzo per quattro, io faccio due etti per due, e ce ne avanza pure. le uova però rimangono due, che più sono meglio è. pizzico di sale, e si impasta con la forchetta, che le uova crude fanno un po' schifo tra le dita. con l'acqua tiepida si allunga finchè non diventa soda ma malleabile. impastare la pasta è uno dei piaceri della vita. la pasta dello strudel ha la consistenza delle tette, quella delle tagliatelle ha la consistenza del culo sodo. sì, impastare è decisamente erotico. il trucco è infarinare bene il piano di lavoro (di legno, ovvio), e le mani. poi per tirare la pasta la si divide in due con un coltello, e si tira una metà per volta. anche il mattarello deve essere infarinato a dovere, altrimenti si appiccica tutto ed è un disastro.
quando la pasta è sottile, tipo che si capisce che più di così non ce la sifa, la si infarina ancora un po' e si arrotola stretta stretta, e poi si taglia il rotolo col coltello. occhio che i tagli siano esattamente trasversali, altrimenti le tagliatelle vengono a zig zag. poi si fanno le stelle filanti, srotolando i rotolini su una tovaglia, per farli asciugare (no, se le metti stese una sull'altra diventano un tappetino e non riesci più a cuocerle). tipo che più asciugano meglio è, sarebbe bene almeno un paio d'ore.
per bollirle basta poco, ma dipende dall'asciugatura e dallo spessore, quindi vanno assaggiate. è fondamentale mettere un po' d'olio nell'acqua, altrimenti si appiccicano tutte. ovviamente la cottura deve finire in padella, a saltare col sugo. a me piacciono con i funghi.
22 dicembre 2008
pizza al pesto per chi ha fretta
IngredientiUna festa a cui andare e portare qualcosa di salato
Pochissimo tempo
Due uova
Un rotolo di pasta sfoglia salata
Un barattolo di pesto già fatto dal signor Coop (o da chi vuoi te, ma se hai poco tempo come ho scritto a riga due ti sconsiglio di fartelo sul momento)
250 gr di stracchino
3 cucchiai di parmigiano
Come si faStendere rotolo di sfoglia su teglia rotonda. Cospargere sfoglia di stracchino e parmigiano. In contenitore a parte sbattere pesto e uova insieme e colare il composto sopra la teglia. Tutto in forno a 180°C. Vai a farti una doccia (però non ti lavare i capelli, che se poi devi farti la piega non c'è tempo). Mettiti la crema, vestiti e più o meno la torta è pronta. Sfornala (attento che scotta) e infilala in un sacchetto. Corri alla festa che sei in ritardo. Se la festa è a dicembre la pizza arriverà tiepidina giusta giusta per essere divorata dagli ospiti.
Pochissimo tempo
Due uova
Un rotolo di pasta sfoglia salata
Un barattolo di pesto già fatto dal signor Coop (o da chi vuoi te, ma se hai poco tempo come ho scritto a riga due ti sconsiglio di fartelo sul momento)
250 gr di stracchino
3 cucchiai di parmigiano
Come si faStendere rotolo di sfoglia su teglia rotonda. Cospargere sfoglia di stracchino e parmigiano. In contenitore a parte sbattere pesto e uova insieme e colare il composto sopra la teglia. Tutto in forno a 180°C. Vai a farti una doccia (però non ti lavare i capelli, che se poi devi farti la piega non c'è tempo). Mettiti la crema, vestiti e più o meno la torta è pronta. Sfornala (attento che scotta) e infilala in un sacchetto. Corri alla festa che sei in ritardo. Se la festa è a dicembre la pizza arriverà tiepidina giusta giusta per essere divorata dagli ospiti.
birra e punte di trapano
perchè a volte ti capita di mangiare una cosa in trattoria e di passare il tempo a ragionare su come sia stato fatto un certo piatto...
così in una domenica di birra e punte di trapano, alla fine ci vuol poco a tirar fuori dal frigo i quattro carciofi e a svolgerli sul tagliere per poterli sminuzzare quanto più possibile, li mando avanti con aglio a stufare fino a che non si stufano...
nell'acqua butto pappardelle giesse per sei minuti di cottura, prima che siano cotte le pappardelle aggiungo fettine di guanciale tagliate sottili ai carciofi, poi scolo e mescolo le pappardelle ai carciofi e al guanciale, sciolgo in un po di acqua della pasta un pezzo di gorgonzola, lo mescolo e lo aggiungo, poi spengo tutto e lascio lì coperto per il tempo di una sigaretta...
metto nel piatto con una grattata di pepe e una di parmigiano.
così in una domenica di birra e punte di trapano, alla fine ci vuol poco a tirar fuori dal frigo i quattro carciofi e a svolgerli sul tagliere per poterli sminuzzare quanto più possibile, li mando avanti con aglio a stufare fino a che non si stufano...
nell'acqua butto pappardelle giesse per sei minuti di cottura, prima che siano cotte le pappardelle aggiungo fettine di guanciale tagliate sottili ai carciofi, poi scolo e mescolo le pappardelle ai carciofi e al guanciale, sciolgo in un po di acqua della pasta un pezzo di gorgonzola, lo mescolo e lo aggiungo, poi spengo tutto e lascio lì coperto per il tempo di una sigaretta...
metto nel piatto con una grattata di pepe e una di parmigiano.
13 dicembre 2008
menù in bianco e nero
Si va al mercato di Porta Palazzo dopo le dieci e mezza, che suona la campanella e tutti possono entrare all'ittico.
Si acquistano delle seppie "nere", ovvero quelle non pulite -si lascia che le seppie sbiancate con l'ammoniaca rimangano ad altri- e ci si prepara a macchiarsi le unghie e le mani ma assicuro: il risultato è strepitoso.
Dunque ora faccio: metto le seppie nel lavandino (spero che siano già morte, da poco ma comunque morte perché una volta mi è capitato di sforbiciarne una e stavo per morire di dolore, io. la seppia anche) e separo la testa dal corpo. Tolgo le alette e la pelle e l'interno, preservando il fegato e il sacchetto del nero e mettendoli da parte.
Della testa salvo i tentacolini e una piccola porzione posteriore, eliminando il becco e gli occhi.
Infine taglio tutto a striscioline.
Soffriggo nell'olio aglio, prezzemolo, pomodoro secco sotto sale e peperoncino (i pomodori secchi me li faccio mandare dai miei amici sardi almeno due volte l'anno: sono immancabili!) e metto le seppie in tegame.
Rimesto bene a fuoco deciso e aggiungo un bel bicchiere di vino bianco. Lascio evaporare e poi aggiungo un bicchiere abbondante di passata di pomodoro (se è periodo è meglio passare i pomodori freschi, ovviamente).
Regolo di sale (anche quello me lo faccio mandare dai miei amici sardi: il sale marino sardo è perfetto) e aggiungo i fegatini e i sacchettini del nero. Io provvedo a tagliarli, in modo che il nero si amalgami perfettamente alla salsa senza rapprendersi.
Raccomando un mestolo di legno "dedicato", visto che il colore e il profumo non andranno mai più via.
Abbasso la fiamma e lascio cuocere coperto per una ventina di minuti.
Le soluzioni possibili sono molteplici:
- si mangiano così, da sole;
- si usano come base per il risotto;
- si condiscono gli spaghetti (ho detto spaghetti e non tagliolini o altre cose piatte, per me immangiabili).
In tutti i casi sono ottimissime.
Si acquistano delle seppie "nere", ovvero quelle non pulite -si lascia che le seppie sbiancate con l'ammoniaca rimangano ad altri- e ci si prepara a macchiarsi le unghie e le mani ma assicuro: il risultato è strepitoso.
Dunque ora faccio: metto le seppie nel lavandino (spero che siano già morte, da poco ma comunque morte perché una volta mi è capitato di sforbiciarne una e stavo per morire di dolore, io. la seppia anche) e separo la testa dal corpo. Tolgo le alette e la pelle e l'interno, preservando il fegato e il sacchetto del nero e mettendoli da parte.
Della testa salvo i tentacolini e una piccola porzione posteriore, eliminando il becco e gli occhi.
Infine taglio tutto a striscioline.
Soffriggo nell'olio aglio, prezzemolo, pomodoro secco sotto sale e peperoncino (i pomodori secchi me li faccio mandare dai miei amici sardi almeno due volte l'anno: sono immancabili!) e metto le seppie in tegame.
Rimesto bene a fuoco deciso e aggiungo un bel bicchiere di vino bianco. Lascio evaporare e poi aggiungo un bicchiere abbondante di passata di pomodoro (se è periodo è meglio passare i pomodori freschi, ovviamente).
Regolo di sale (anche quello me lo faccio mandare dai miei amici sardi: il sale marino sardo è perfetto) e aggiungo i fegatini e i sacchettini del nero. Io provvedo a tagliarli, in modo che il nero si amalgami perfettamente alla salsa senza rapprendersi.
Raccomando un mestolo di legno "dedicato", visto che il colore e il profumo non andranno mai più via.
Abbasso la fiamma e lascio cuocere coperto per una ventina di minuti.
Le soluzioni possibili sono molteplici:
- si mangiano così, da sole;
- si usano come base per il risotto;
- si condiscono gli spaghetti (ho detto spaghetti e non tagliolini o altre cose piatte, per me immangiabili).
In tutti i casi sono ottimissime.
11 dicembre 2008
Chi odia il natale si organizza per tempo
allora, chi c'è c'è, chi non c'è amen, chi è indeciso potrebbe esserci e noi lo si aspetta.
Luogo: a casa di giunetta, dove non ci sono sedie, piatti, bicchieri e men che meno forchette, ma è un dettaglio insignificante.
tempo: sabato 20, all'ora che volete voi (chi ritarda al più non trova le sedie)
cosa: io faccio i pirottini e le pizzette (che però forse compro, ma non so, ancora non ho deciso).
Cerco un babbo natale da appendere. Però per il collo.
Salvia : avvisi tu K?
Lise: avvisi tu metro?
Luogo: a casa di giunetta, dove non ci sono sedie, piatti, bicchieri e men che meno forchette, ma è un dettaglio insignificante.
tempo: sabato 20, all'ora che volete voi (chi ritarda al più non trova le sedie)
cosa: io faccio i pirottini e le pizzette (che però forse compro, ma non so, ancora non ho deciso).
Cerco un babbo natale da appendere. Però per il collo.
Salvia : avvisi tu K?
Lise: avvisi tu metro?
6 dicembre 2008
l'onere del buco
mi accingo qui, nel santuario delle ricette alternative, a chiedere aiuto per l'annosa questione che mi toglie il sonno :
Vorrei fare i biscotti di natale da appendere, quelli belli color caramello colla glassa. Non quelli che si mangiano, smettetela di sbavare, quelli da appendere. Che se non ricordo male sono un po' più duri perché devono resistere a babbo natale, le renne la stella cometa e tutto il resto. Avendo io poca dimestichezza con le tradizioni devo appellarmi a voi (che fate finta di essere alternativi ma queste cose le sapete...)
le domande sono due :
1) la ricetta dell'impasto cemento se qualcuno ce l'ha
2) il buco. cosa metto nel forno per fare il buco nel biscotto. Un proiettile ? Una pallina magnetica ? il dito di dragonball? Mi sembrano tutte idee del c.
2) il buco. cosa metto nel forno per fare il buco nel biscotto. Un proiettile ? Una pallina magnetica ? il dito di dragonball? Mi sembrano tutte idee del c.
Prego fornire indicazioni in merito. Si accettano anche blogger che si vogliano arrampicare fin qui (una slitta e tre cani dovrebbero bastare) per infilare le mani nella betoniera che realizzerà il fantomatico blob.
Regards,
v.
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