Nell'Alta Murgia, a pochi chilometri dal confine tra Puglia e Basilicata, c'è un paese chiamato Santeramo in Colle (d'ora in poi Santeramo e basta). Santeramo è noto nella zona perché le macellerie sono specializzate in carne di cavallo.
A questo punto vorrei tanto inserire il tag
Continua a leggere subito dopo la fine del periodo che state leggendo, perché so che ci sono molte persone che non hanno mai mangiato carne di cavallo e che mai farebbero fare una brutta fine a un animale bello come il cavallo (pensa al dolce pony o al fiero stallone o al cavallo bianco del principe azzurro, o al cavallo di Lucky Luke: li mangeresti? io sì), o che addirittura c'è chi
ignora che il cavallo si possa mangiare e quando glielo dico fa una faccia che manco se gli avessi detto che mangio i gatti, perciò se sei una di queste persone o peggio (un vegetariano animalista)
non continuare a leggere: fermati qui. Lo dico per il tuo bene: quello che sto per scrivere potrebbe seriamente urtare la tua sensibilità.
Dunque, a Santeramo ci sono queste macellerie che hanno delle salette spartane, con tavoli, sedie e raramente qualcosa di ornamentale, e funziona così: tu vai lì, compri un tot di carne, poi vai nella saletta e aspetti. Dopo un po' la carne che hai comprato ti viene servita cotta, con pane, vino e altre cose su richiesta (formaggi, olive e simili). Molta gente va a farci le cene, perché si mangia tanto e si spende poco: in genere con 10 euro a cranio si fa fatica ad alzarsi dal tavolo.
Io ci sono stato a fine agosto con i miei amici, e ci siamo sfondati di carne di cavallo. Non ho più voluto sentir parlare di carne di cavallo fino a qualche giorno fa, quando sono andato alla coop e ho comprato un paio di fettine di puledro argentino (5 euro,
'mmocc a loro).
Tra le millanta portate che ci portarono quella sera, ce n'era una che il ragazzetto-cameriere chiamò "Brasiliana". «E com'è la brasiliana?» «È come una fettina normale, ma col formaggio.» Fico.
Voglio farlo, mi sono detto ieri ripensando a quanto era fico. Chiedo a Google come si fa la brasiliana, ma "cavallo alla brasiliana" non dà risultati, e "carne alla brasiliana" tira fuori ricette assurde in nessuna delle quali c'è il formaggio.
Allora me la sono inventata, e ho fatto così: ho messo una noce di burro a squagliarsi in padella; ho preso una cipolla della grandezza anch'essa di una noce, l'ho tagliata molto sottile, quasi a buccia di cipolla, e l'ho messa nel burro; quindi la fettina di puledro argentino e, quando era quasi pronta, ci ho messo sopra (prima da un verso, poi dall'altro) del Grana Padano grattugiato (quanto basta). Grazie all'effetto colla della fusione del formaggio, la fettina ha acchiappato anche le cipolle e devo dire che sia alla vista, sia al palato, somigliava molto alla brasiliana di Santeramo, anche se era cavallo dell'Argentina e non aveva niente a che fare con la vera brasiliana.